Mike in Leica

Gli scatti di Alfredo Betrò sul set della fiction Rai dedicata al celebre presentatore

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Il set e i protagonisti della fiction Rai dedicata al celebre presentatore Mike Bongiorno negli scatti di Alfredo Betrò, direttore della fotografia della serie televisiva girata a Torino, prodotta dalla Rai e Viola Film.

Inaugurazionemercoledì 4 dicembre, ore 17.00
Partecipano: Alfredo Betrò, direttore della fotografia, Bruno Gambarotta, consulente storico,  Angela BelloraMaurizio Zecchin, scenografi. In collegamento  Giuseppe Bonito, regista e Alessandro Passadore, produttore.

 

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Gli attori Gualtiero Burzi ed Elia Nuzzolo

Gualtiero Burzi ed Elia Nuzzolo nei panni, rispettivamente, di Luigi Cavallero - capo delle pagine sportive de «La Stampa» - e di Mike Bongiorno da giovane.

«Alfredo Betrò non è solo il direttore della fotografia del film in due puntate sulla vita di Mike Buongiorno ma è anche, con la sua Leica, il cantore di quest'impresa. Nella storia del cinema si trova un discreto numero di film che raccontano storie ambientate sul set di un altro film. I primi titoli che affiorano nella memoria sono 8 e 1/2 di Federico Fellini, La notte americana di François Truffaut, La ricotta di Pier Paolo
Pasolini. In questo caso però di troviamo di fronte a un doppio salto mortale. Alfredo Betrò con le sue fotografie racconta l'allestimento del set di un film (Mike) che a sua volta racconta l'allestimento del set non di un film ma di alcuni programmi televisivi del passato diventati
mitici. Non lo fa con le parole ma con immagini che sospendono il tempo e le persone. Tutti tacciono. Il nero catacombale ci ricorda che il fascino esercitato dal cinema nasce dal fatto che si manifesta in una caverna, ovvero in una buia sala di proiezione. Anche nei mitici anni degli inizi lo studio televisivo era una sorta di caverna.

Ognuna di queste venti fotografie è una narrazione. Racconta una provvisoria e temporanea resurrezione dei personaggi e delle cose. Le antiche telecamere estratte dal Museo della Radio e della Televisione e rese funzionanti ancora una volta smettono di essere strumenti e diventano personaggi del film. Come quei minatori diventati guide turistiche nella miniera trasformata in museo. Queste fotografie ci dicono che quello di diventare col passare del tempo elementi d'arredo per rievocare un tempo scomparso è un destino comune, di uomini e cose. E' anche quello del personaggio Mike Buongiorno che qui si sdoppia nel Mike giovane e in quello adulto, entrambi fissati da Betrò in silenziosa meditazione. Queste foto ci spiegano che nella finzione tutto è doppio, non solo Mike ma le telecamere, i microfoni, le lampade, gli altri personaggi. Tutto passa. Ma l'arte che queste fotografie ci donano resta» (Testo di Bruno Gambarotta). 

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