Britten, Petrassi e Dallapiccola: tre anniversari

Tre anniversari del 1941

Nel 2021 ricorre l'80° anniversario della prima esecuzione di tre opere: Sinfonia da Requiem di Benjamin Britten, Coro di morti di Goffredo Petrassi e Canti di prigionia di Luigi Dallapiccola.

Ne parliamo aiutandoci con fonti disponibili in Biblioteca musicale.

Sinfonia da Requiem op. 20 (prima esecuzione il 29 marzo 1941 alla Carnegie Hall di New York).
Britten compose la Sinfonia da Requiem, il suo più importante lavoro per orchestra senza solisti, all’inizio del secondo conflitto mondiale.
Nel 1940 il governo giapponese commissionò ad importanti personalità musicali dell’Occidente una serie di lavori per celebrare i 2.600 anni della dinastia imperiale. Tra questi ci fu anche Britten: pacifista e obiettore di coscienza, mise mano a una composizione che non poté non risentire della sua profonda e sincera amarezza per la guerra in corso. L'opera conclusa è una sinfonia, ma è anche un requiem e i movimenti fanno riferimento a tre sezioni della Messa cattolica romana per i morti. Ancora ignaro, forse, Britten sta imboccando una direzione che sfocerà alla fine della guerra nel bellissimo War Requiem.
A lavoro completato il governo giapponese ne intuisce il messaggio, rifiuta la partitura, paga la commissione e invia al governo inglese una dura nota perché il riferimento cattolico viene letto come un “insulto”.
La Sinfonia è in tre movimenti collegati: il Lacrymosa descrive il giorno della paura e del lutto, quando i peccatori si rialzeranno dalla polvere per affrontare il giudizio divino; il Dies Irae descrive questo momento tremendo che attende l'umanità; il Requiem è una preghiera, ultimo baluardo di salvezza per i peccatori.
L’influenza di Stravinsky nel finale e di Mahler nei movimenti esterni è evidente, mentre alcuni momenti del secondo movimento richiamano la musica di Vaughan Williams.

(fonte: Guida alla musica sinfonica, a cura di Ettore Napoli)

Sinfonia da Requiem op. 20, in Rattle conducts Britten, collocazione 94.F.359
Sinfonia da Requiem op. 20, in Britten conducts Britten, collocazione 11.F.553.2

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Coro di morti, madrigale drammatico per coro maschile, ottoni, percussioni, 3 pianoforti e 5 contrabbassi (prima esecuzione il 28 settembre 1941 al Teatro della Fenice di Venezia).
Iniziato il 20 giugno 1940, dieci giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia, rappresenta nelle intenzioni dell’autore una “meditazione sul destino dell’uomo e sul fine ultimo dell’esistenza”. “A me stesso, tuttora vivente” era la dedica originaria, non pubblicata e ridotta ad un meno esplicito “a G.P.”.

Il testo è tratto dal Canto delle mummie, dal Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie di Giacomo Leopardi (Operette Morali, 1824): trentadue versi in cui i morti rivelano la mancanza di gioia della loro condizione, simile e speculare a quella dei viventi. Si articola in quattro episodi corali; fra il secondo e il terzo si inserisce un ampio “Scherzo strumentale” fugato; un secondo interludio strumentale si colloca tra il terzo e il quarto episodio corale.

(fonte: Massimo Mila, Petrassi, Goffredo, in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, diretto da Alberto Basso)

Coro dei morti, collocazione 94.F.418

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Canti di prigionia, ciclo di tre brani per coro misto, 2 pianoforti, 2 arpe, xilofono, vibrafono e percussioni (prima esecuzione integrale il 1° dicembre 1941 al Teatro delle Arti di Roma).

Il primo brano, Preghiera di Maria Stuarda, Ha per testo una breve preghiera in latino, che la regina scozzese scrisse in prigione; venne composto nel 1938 come reazione alla promulgazione delle leggi razziali (la moglie del compositore, Laura Luzzatto Coen, era di famiglia ebraica).
Il secondo brano, L’invocazione di Boezio, fu composto nel 1940 ed è dedicato al direttore d’orchestra Ernest Ansermet; utilizza solo le voci femminili del coro.
Il terzo e ultimo, Congedo di Girolamo Savonarola, è una meditazione sul salmo In te domini speravi; terminato nell’ottobre 1941, è dedicato al violinista Sandro Materassi e a sua moglie Luisa.
I tre brani utilizzano una serie dodecafonica e il tema della sequenza gregoriana del Dies Irae.
Destino volle che la prima esecuzione integrale dei Canti avvenisse a Roma il giorno stesso della dichiarazione di guerra agli Stati Uniti.

(fonte: Leonardo Pinzauti, Dallapiccola, Luigi, in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, diretto da Alberto Basso)

Canti di prigionia, collocazione 9.F.88

Di Maurizio Ninghetto