La Francia 'tutta intorno': il "tour sentimentale" di Carlo Grande
«Parto leggero, per il lungo viaggio sulle strade di Francia. Bagaglio "zen", troverò quel che mi serve per strada, e anche un po' me stesso»: inizia così Tutt’intorno è Francia. Grand tour sentimentale dalle brume di Calais alla luce di Marsiglia (Terra Santa, 2022) dello scrittore e giornalista Carlo Grande, che abbiamo incontrato il 1 marzo 2023, alla Biblioteca civica Villa Amoretti.
Il viaggio e il viaggiare sono dimensioni con più valenze. Il fine può essere rappresentato dalla meta, dal raggiungimento del punto di arrivo, ma anche dal desiderio e dalla volontà di impiegare il tempo nel conoscere e nel riconoscere; dall'obiettivo personale e sentimentale di sposare mente e corpo, unità indissolubile, per crescere, per arricchirsi, per approfondire il proprio esserci nella umana contingenza. Carlo Grande, esploratore curioso e viaggiatore con il corpo e con la mente, propone con questo lavoro un «gran tour sentimentale», un viaggio dentro il sé attraverso conoscenza e riflessione. La Francia, a cui è fortemente legato per esperienze proprie e per analisi letteraria, storica e filosofica, gli è «tutta intorno», in un formidabile abbraccio avvolgente che diviene consolante e pieno di nutrimento. Sarà la scatola delle memorie ad arricchirsi, un tesoro inestimabile da difendere e condividere, che potrà consolare e fungere da rimedio negli inverni dell’anima. Il tour si compie con una modalità circolare, percorrendo da est a ovest e da nord a sud l’Hexagon della Francia continentale. Esagono che è poligono regolare di cui si può immaginare che, all’aumento infinito dei lati, si raggiunga il cerchio, che si richiude per tornare al punto di avvio. Analisi del tempo che ritorna, tempo che non si trascorre ma si impiega. Quindi Carlo Grande parte leggero, con lo zaino semi vuoto, per poter aggiungere, per potere tornare più ricco, per poter impegnarsi in una “realtà aumentata” non virtualmente, ma realmente.
Gli incontri letterari e artistici sono moltissimi, articolati e densi di spunti di riflessione e di umanità. Il viaggio, idealmente, inizia attraverso il Colle dell’Agnello, entrando in Francia a mezzo di quella regione e quella idea che fa dell’Occitania un manto disteso tra Piemonte, Midi e Spagna, ove si compiono atti di identità e riconoscimento di un popolo e di una lingua: Frédéric Mistral (1830-1914), l’Omero occitano, accompagna il lettore in questo solco meraviglioso. I pensieri rivolti a a Jean Giono (1895-1970) e a Jean-Claude Izzo (1945-2000), autori di origine italiana, rinforzano il legame di relazione, di curiosità reciproca e di possibilità di scambio artistico, umano e letterario. Nel risalire Chinon è tappa importante, con la vicinanza che si avverte nella figura di François Rabelais (1494-1553). Con Rabelais - umanista raffinato ma irriverente e anti-accademico, frate francescano e poi benedettino, medico ed erudito - troviamo il sentimento della scrittura come cura e arte comica: «Meglio è di riso che di pianto scrivere, Ché ridere soprattutto è cosa umana» egli scrive nei versi rivolti al lettore in apertura del Gargantua e Pantagruel, riferendosi al potere curativo del riso e alla sua funzione liberatoria, esperienza collettiva che crea appartenenza e predispone alla benevolenza, rompendo l'isolamento. A nord, nella meravigliosa Bretagna, Carlo Grande ci ricorda l’incontro denso di energia tra la laicissima Francia e la dimensione dei Calvari e complessi devozionali, intrisi di una religiosità contagiosa e totalizzante. Si arriva, attraverso molte tappe e informazioni, a Parigi; nel capitoletto dedicato al «sonno dei grandi» spicca un pensiero di pace mediante la descrizione del grande cimitero monumentale di Père-Lachaise, che ospita un numero enorme di personalità della cultura, dell’arte e della letteratura, dove l'intera rappresentazione de La Comédie humaine di Honoré de Balzac (1799–1850), anch’egli sepolto al Père-Lachaise, si squaderna di fronte ai visitatori, per poi trovare posto nell’animo di ognuno. E, per concludere, Stendhal (1783-1842), pseudonimo di Marie-Henri Beyle, il cui epitaffio a Montmartre, rigorosamente in lingua italiana, recita Arrigo Beyle, milanese. Visse, amò, scrisse, a rafforzare il sentimento di unione e relazione. Da Grenoble, città natale di Stendhal, si chiude un cerchio nel rientrare in Piemonte; l'ultimo capitolo è dedicato a «Lione magica, gemellata con Torino»; Turin, France come sottolinea dell'Introduzione lo stesso Carlo Grande.
Una lettura per tutti, per potere accettare un'idea: quella dell’esistenza come relazione, come libertà, come riconoscere e raffinarsi. Come desiderio di emancipare il pensiero in un viaggio dentro la Francia e dentro il proprio io, che ognuno può intraprendere per ricercare di divenire se stesso.
Testo di Piero Celoria (chirurgo e filosofo pratico), in collaborazione con Stefania Marengo (Biblioteche civiche torinesi)
La registrazione dell'incontro con Carlo Grande è avvenuta a cura delle Biblioteche civiche torinesi. Il video è stato pubblicato sul canale YouTube delle BCT.