Guerre, canzoni e non solo

Chi se la sarebbe immaginata un’altra guerra in Europa?

Qualcuno sarebbe forse pronto a saltare sul banco e dire che sì, lui l’aveva detto mesi e mesi prima, prevedendo esattamente quello che oggi è sotto i nostri occhi! Ma la maggior parte delle persone proprio non c’era arrivata, con la mente piantata nel risolvere i problemi quotidiani, già di per sé complicati, non ultimo quello scaturito dalla pandemia.

Tanti si chiedono come sia possibile non trarre insegnamento dal passato. Pensiamo a Bob Dylan, nel ’62 quando scriveva Blowin’ in the Wind, con la mitica frase «The answer my friend is blowin' in the wind». Già... la risposta soffia nel vento... ancora adesso, anzi, oggi più che mai.

Molti sono i musicisti che hanno scritto e cantato canzoni pacifiste, o contro la guerra, o sulla guerra. Addirittura vi sono canzoni divenute famose, vere e proprie bandiere della resistenza, oggi canzoni popolari, i cui autori sono ignoti. Pensiamo alla nostra Bella ciao.

I cantautori si sono confrontati spesso con questo tema, importante quanto quello dell’amore. E d’altronde gli inni alla pace non sono qualcosa di simile a canzoni d’amore universali?

Da Francesco Guccini a Fabrizio De André, gli artisti hanno toccato più volte nella loro carriera questo tema: tra i brani di De André uno dei più amati in assoluto è sicuramente La guerra di Piero, brano ispiratogli dalla storia di uno zio deportato nei campi di concentramento.

Non meno famosa è Generale, di Francesco De Gregori, canzone del 1978. Un brano coverizzato da tantissimi artisti (celebre la versione di Vasco Rossi), che è stata ispirata dal servizio militare prestato dal cantautore romano in Alto Adige.

Altra canzone contro la guerra, firmata da tre dei maggiori cantautori italiani, è Il mio nome è mai più. Jovanotti, Piero Pelù e Ligabue si ispirarono a uno dei teatri bellici più cruenti che l’Europa abbia conosciuto nel secondo dopo guerra: le guerre jugoslave dal 1991 al 2001. I proventi di questa canzone, dalla straordinaria intensità, furono donati integralmente a Emergency, l’associazione umanitaria dell’indimenticabile Gino Strada.

Di splendide canzoni sulla visione della guerra ce ne sarebbero poi molte altre: da Contro dei Nomadi, a E se ci diranno di Luigi Tenco passando per Auschwitz del già citato Guccini, C’era un ragazzo di Gianni Morandi, Addio alle armi di Mario Venuti, e tante altre.

John Lennon, nel 1969, scrisse Give Peace a Chance, durante la protesta pacifista “Bed-in” organizzata con Yoko Ono contro la guerra in Vietnam. Sempre Lennon, ci ha regalato il capolavoro assoluto: Imagine, forse la canzone sulla pace fra i popoli più famosa della storia.

Bruce Springsteen nel 1986 incide War, in opposizione alla politica estera dell’amministrazione Reagan in America centrale.

Sul tema della guerra, a volte letteratura e rock si sono incontrati, come quando ascoltiamo il famoso incipit della hit dei Rolling Stones di Simpathy for the devil: «Please allow me to introduce myself, I’m a man of wealth and taste». L’iconica band rock si è ispirata al romanzo Il maestro e Margherita di Bulgàkov, ambientato nella Mosca degli anni Trenta. Nella loro canzone, i Rolling Stones si riferiscono al misterioso e assurdo diavolo russo, che si aggira nella città di Pietroburgo, combinando disastri a destra e manca con chiaro riferimento alla Rivoluzione d’Ottobre.

Più recenti, rispetto a molti classici della nostra storia musicale e firmate da uno dei rapper più amati in Italia, Caparezza, sono, Il conflitto, dal suo primo album, e Comunque Dada, tratto dall’album Museica. L’artista di Molfetta, comunque, ha scritto molte altre canzoni pacifiste o contro le guerre in generale.

Proseguendo con le segnalazioni, ricordiamo A cosa serve la guerra, dei fratelli Eugenio ed Edoardo Bennato il cui contenuto mette in luce le assurdità della guerra, che serve solo ad arricchire quei pochi che lucrano sul dolore altrui e fomentano una rabbia ingiustificata tra i popoli.

Sting, con Russians, uno dei suoi brani più noti, focalizza il conflitto che ha dato vita alla guerra fredda tra Russia e Stati Uniti. A anni di distanza, ritenendo il messaggio ancora valido, il bassista ha rivisitato la canzone per il conflitto Russia-Ucraina.

Ecco le sue parole tratte da un video: «Ho cantato questa canzone solo di rado nei molti anni trascorsi da quando è stata scritta perché non avrei mai pensato che sarebbe stata di nuovo rilevante». E aggiunge: «Ma alla luce della sanguinosa e tristemente sbagliata decisione di un uomo di invadere un vicino pacifico e non minaccioso, la canzone è, ancora una volta, un appello alla nostra comune umanità».

Infine, il cantautore torinese Giacomo Aime si è speso più volte per esprimere posizioni contro le guerre attraverso le sue canzoni. Da ricordare Vorace, in cui sottolinea come con la guerra le prime a scomparire siano le cose ritenute superflue, in realtà così essenziali alla qualità esistenziale degli individui: «Ti sei portata via il canto notturno degli uccelli, le notti magiche degli amori nascosti e folli».

Tanta Guerra, tanto Odio. Tante canzoni, tante poesie, tanti romanzi, tante proteste… Tanto Amore è stata la risposta, sempre.

Alla Biblioteca civica Dietrich Bonhoeffer è possibile trovare i compact disc delle canzoni citate nel presente articolo.

Testo a cura di Giacomo Aime e del personale della biblioteca Biblioteca civica Dietrich Bonhoeffer.