Pillole di Punk

Se c’è un tipo di musica non tralasciato all'interno delle collezioni musicali delle Biblioteche Civiche Torinesi questo è il Punk Rock!

Chi ha avuto modo di vivere questo genere musicale al tempo in cui è nato, oggi dovrebbe avere circa 50 anni e una chioma grigia (o peggio nessuna chioma) al posto dei tanti capelli corti e irti di allora, tenuti su col sapone (il gel era roba da fighetti!)

Che periodo! Dal ’77 a metà degli anni ’80, con gli inglesi Sex Pistols, Damned, Chelsea, Buzzcocks, Advertsuna, ha avuto lugo una vera e propria rivoluzione musicale! E ancora, oltreoceano, gli immensi Ramones e tutti quei gruppi che come loro bazzicavano attorno al CBGB’s e al Max Kansas City, leggendari locali della Grande Mela.

Successivamente c’è stato l’Hardcore Punk di Los Angeles, il Post Punk e via discorrendo, con un sacco di robaccia che nulla ha più avuto a che fare con l’originalità e l’energia primitiva che ha accompagnato questo fenomeno agli albori.

Avrete notato che non parlo di New Wave, ma di Punk Rock, quello dei disadattati, che ha mietuto tante vittime a causa della droga e di un’esistenza spinta all'estremo. A ogni buon conto l’eredità musicale lasciataci dalle band di quell’ epoca è incommensurabile e i libri di Stefano Gilardino, Marco Philopat e altri validi autori esperti di musica e di sub-culture ripercorrono in modo fedele ed eccellente quegli anni.

Tra le “memorie storiche “ del Punk torinese è bene annoverare Giuseppe Culicchia, che non scrive di punk, ma la sua conoscenza del genere e dell’underground sabaudo di quei tempi sovente trapela dalle sue opere e dai suoi scritti in generale.

Le notevoli raccolte di compact disc, presenti sia nelle Biblioteche civiche torinesi che nelle biblioteche di pubblica lettura italiane, testimoniano oggi quel particolare periodo musicale: ricordo ancora l’emozione provata nell’ 81 quando nella Biblioteca Sormani di Milano rintracciai la musicassetta “Punk Collection", prima compilation punk e unica copia reperibile nell’area milanese, culla del rock italico. In seguito trovai e acquistai per 3500 lire il 33 giri di quella collezione che - prossimo ai sessant’anni - custodisco ancora gelosamente.

Oggi, con l’ausilio di internet è sufficiente un click per ascoltare e leggere tutto ciò che si vuole rispetto alla musica, ma non ha pari l’emozione provata ad andare in giro per negozi, chiedendo informazioni, cercando il libro o il disco introvabili, passando interi sabati pomeriggio a confrontarsi con altri amici rockers e appassionati.

Io mi sono divertito proprio tanto, spero vi divertiate anche voi ragazzi, con TikTok, che per me, da buon milanese suona piuttosto Tüt a Tok!

by The dark Drifter

Il Punk nelle BCT