"Da sola": un graphic novel di Percy Bertolini

Da sola di Percy Bertolini - tavola

«Ho paura delle persone perché vogliono che io viva come loro. Vogliono che danzi cose allegre. Io non amo l'allegria. Io amo la vita».

(Vaslav Nijinsky, Diari

ll graphic novel Da sola (Diabolo, 2021) di Percy Bertolini è ambientato in un universo distopico (una città dall'architettura brutalista, dove il cemento a vista è ampiamente usato come materiale di costruzione e che non a caso si chiama Betonstadt) che sorveglia, rastrella e ospedalizza chi non rientra nella conformità di ruoli standard e identità predefinite. Il/la protagonista, cui non viene attribuito un nome, è un/una indecifrabile adolescente ricoperto/a da una sottile peluria rosa, un giovane “mostro” mutante dall’identità queer; il soggetto - catturato dalla Pattuglia di rastrellamento TWS-19-0 mentre girovaga nelle periferie della città, rifiuta di identificarsi e viene assegnato al genere femminile dall'Istituto di Igiene Mentale Provinciale di Betonstadt, in vista di un futuro reinserimento nella società. Riesce però a fuggire, ribellandosi contro questo potere normalizzante, trovando rifugio e forza in coreografie liberanti e solitarie: il ballo stile gabber si trasforma in una danza macabra nel cimitero, con gli scheletri come ballerini; non ha più la funzione di un memento mori, come nell'iconografia medievale, non indica supremazia della morte ma profonda connessione dei viventi - che affermano la propria queerness - con la mortalità. 

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La narrazione per immagini sperimenta tecniche e linguaggi differenti: dalla china alla matite colorate, dalla pittura alla street art, dal fumetto all’illustrazione. Il colore è presente e ben utilizzato: ogni tocco di bianco e nero si contrappone ad un esplosivo rosa shocking, fluo e acido, e a qualche pennellata di giallo e arancio (una tavolozza di colori ispirata alla tuta in acetato indossata dal/dalla protagonista e posseduta realmente da Percy Bertolini). L'architettura brutalista è resa con robuste e solide spatolate nere che ne rendono efficacemente volumi e prospettive.  

Le tavole di Percy Bertolini sono accompagnate da testi liberamente tratti dai Diari del ballerino e coreografo Vaslav Nijinsky, anche se le parole di Nijinsky sono arrivate dopo, come suggestione ulteriore, quando le tavole erano già terminate. La carriera di Vaslav Nijinsky fu breve, la follia lo divorò al punto da costringerlo ad abbandonare le scene e a trascorrere lunghi periodi di internamento; si occuparono di lui i più eminenti psichiatri dell'epoca (Freud, Bleuler, Jung, Adler, Binswanger) senza mai venire a capo della sua estrema sofferenza psichica. 

Con Da sola Percy Bertolini condivide con lettori e lettrici le proprie riflessioni sulla dimensione della solitudine e sull'iniquità di un potere sempre storicamente sbilanciato a favore del maschio adulto, bianco, abile e cisgender. Nell'introduzione a firma anonima, che precede le tavole, si fa riferimento agli aggettivi utilizzati per indicare la sintomatologia delle donne internate nei manicomi durante il Ventennio fascista, accusate di essere libertine, indocili, irose, irrequiete, impulsive, erotiche, stravaganti, insolenti, clamorose. Le parole conclusive «Sarà meglio uscire» suonano come un invito ad abbandonare gabbie, prigioni, contenzioni fisiche, chimiche e ambientali, varcandone i confini e liberando la propria identità - considerata deviante - con una esplosione di colore che andrà a depositarsi sui grigi e massicci parallelepipedi delle periferie. 

Percy Bertolini ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna ed è street artist, fumettista e pittorə. Ha partecipato all’antologia Sporchi e Subito per Feltrinelli Comics.

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Percy Bertolini (scatto di Marzia Allietta)

Gli scatti di Percy Bartolini sono della fotonarratrice Marzia Allietta del gruppo di lettura Teste di Medusa che, nell'ambito del progetto Leggermente, il 26 marzo 2022, ha dialogato con Percy Bertolini, alla Casa del Quartiere Cecchi Point.

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Percy Bertolini (scatto di Marzia Allietta)

Questo articolo fa parte di: Prospettive Queer