2021 - un’odissea nel futuro con David Bowie

David Bowie - TopPop, AVRO 1974 (in Beeld en Geluid Wiki, licenza Creative Commons Attribution-Share Alike / CC BY-SA 3.0)

Non importa se il futuro è già passato. Dopo il 1984 di Orwell, il 2001 di Kubrick, se ne è andato persino il 2019 di Blade Runner: cosa ci è rimasto da attendere? Eppure quelle visioni del futuro (quando era ancora futuro) rimangono ancora affascinanti e irresistibili, perché provano a dare una risposta alle domande eterne sul senso e sulla direzione della nostra esistenza.

Unendo visioni sci-fi e letture distopiche, per tutta la carriera David Bowie ha lasciato viaggiare la fantasia avanti nel tempo, rappresentando pulsioni e paure della natura umana, come da sempre i classici della fantascienza e della fantapolitica ci invitano a fare. E allo stesso modo di libri e film, anche le canzoni “del futuro” di Bowie rimarranno sempre un’attrazione seducente per chi ama la fiction sul come potremmo essere, o sul come non vorremmo diventare.


Terrestri nello spazio, extraterrestri sulla Terra

          Ground Control to Major Tom
          Your circuit's dead, there's something wrong
          Can you hear me, Major Tom?
          (Space Oddity, 1969)

Non appena vide il film 2001 Odissea nello spazio (1968), partì in orbita anche l’ispirazione di David Bowie. Il film diretto da Stanley Kubrick, su soggetto di Arthur C. Clarke autore dell’omonimo romanzo, raccontava di un astronauta disperso negli abissi siderali. Così il Major Tom della canzone Space Oddity (1969) spariva alla deriva nel silenzio del cosmo perdendo i contatti con il “Ground Control”.
Poche settimane dopo, la missione Apollo 11 si concludeva con il primo sbarco dell’uomo sulla Luna. Ma stranamente la BBC accompagnava le immagini della spedizione trionfale di Armstrong con la canzone di Bowie, che al contrario raccontava una missione fallita. Forse l’immaginario creato dalla canzone andava oltre il successo o il fallimento di un volo spaziale: semplicemente faceva volare i sogni dell’occidente di fine anni ‘60, innamorato della conquista dello spazio.
“Possiamo vivere su un altro pianeta?” fa coppia con l’altra grande domanda: “Siamo soli nell’universo?”. Poiché nulla sappiamo su civiltà extraterrestri, tutto è da inventare. Il concept album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars (1972) annunciava l’avvento di uno Starman, un alieno, che avrebbe salvato la Terra da una fine sicura. E dopo aver interpretato Ziggy Stardust come proprio alter-ego nei concerti, Bowie interpretava un alieno anche al cinema, come protagonista di L’uomo che cadde sulla Terra (1976) diretto da Nicolas Roeg e basato sul romanzo di Walter Tevis scritto nel 1963 e ambientato nel 1985.


3 distopie di David Bowie

          For I once read a book in which the lovers were slain
          For they knew not the words of the Free States’ refrain
          (Cygnet Committee, 1969)

Immaginare il futuro dell’uomo vuol dire immaginare il futuro dell’umanità. In che società vivremo? Quale distopia ci spaventa di più?

  • La fine del mondo. Rimangono cinque anni di vita prima della morte del pianeta Terra, come avverte Five Years, canzone di apertura dell’album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1972). Questa è la situazione nel momento in cui appare l’alter ego del cantante, insieme alla sua band i “ragni da Marte” ispirata alle gang delle distopie apparse in quel periodo nella cultura popolare: il film Arancia Meccanica (Stanley Kubrick, 1971) e il romanzo Ragazzi selvaggi (William S. Burroughs, 1971).
  • La terza guerra mondiale. Nella canzone Aladdin Sane (1913-1938-197?) Bowie descrive la decadenza di una società edonista alla vigilia di una guerra imminente. Indicando nel titolo tra parentesi gli anni precedenti alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, aggiunge un 197? come oscuro presagio per l’immediato futuro. L’ispirazione per la canzone viene dal romanzo Corpi Vili di Evelyn Waugh (1930) che descrive una società londinese dissipata e indifferente nei confronti di una grave guerra che si va preannunciando.
  • Il regime totalitario. Bowie traduce in musica il futuro distopico del romanzo 1984 di George Orwell realizzando nel 1974 l’album  Diamond Dogs, dieci anni prima del fatidico anno. Il progetto originario avrebbe dovuto essere la reinterpretazione della storia in un musical per il teatro, ma la vedova di Orwell non concesse i diritti. La fascinazione di Bowie per 1984 era già chiara anni prima: la canzone Cygnet Committee (1969) faceva riferimenti ai protagonisti del romanzo.


Il futuro continua

          Something happened on the day he died
          Spirit rose a metre then stepped aside

          Somebody else took his place, and bravely cried
          (I'm a blackstar, I'm a blackstar)
          (Blackstar, 2016)

La predizione del futuro più indovinata di Bowie è stata su se stesso: la morte. Già malato, nei testi dell’album Blackstar (2016) alludeva alla sua fine imminente, purtroppo avvenuta davvero due giorni dopo la pubblicazione. Album e morte, un unico capolavoro.
L’anno successivo, nell’indecifrabile incastro di fasi temporali della terza stagione (2017) di Twin Peaks di David Lynch, Bowie appariva nella serie attraverso immagini di repertorio tratte dal film Fuoco cammina con me (1992) in cui aveva recitato. Il suo ultimo postumo viaggio nel futuro?


Intanto il nostro piccolo futuro continua. Anche se ci siamo lasciati alle spalle l’anno più “distopico” che abbiamo mai vissuto, continueremo ugualmente ad essere affamati di visioni che ci fanno immaginare gli incubi del domani, ci permettono una catarsi dal presente, e ci chiedono risposte nuove a domande antiche. I generi fantascientifici gradualmente si trasformano, il cinema è nel tempo diventato preponderante in confronto alla letteratura, e Blade Runner e Inception sono diventati fondamentali alla pari dei romanzi 1984 e Il mondo nuovo. Le serie TV hanno conquistato una popolarità enorme con titoli come Black Mirror o Westworld. E la musica? Ancora oggi David Bowie resta l’alieno che come nessun altro ha saputo farci viaggiare nell’oscurità del futuro. 

Di Paolo Albera - myspiace.it

Rielaborazione di una fotografia scattata in occasione del programma TopPop, AVRO 1974 (in Beeld en Geluid Wiki, licenza Creative Commons Attribution-Share Alike / CC BY-SA 3.0)

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