Matilde Serao, la rosa Blush Noisette

Ritratto a matita di Matilde Serao, con elaborazioni di grafica al computer

«Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli. Avevate torto, perché voi siete il governo e il governo deve saper tutto. Non sono fatte pel governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata con racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'altra parte; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possono entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi siano; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e quanto renda il lotto. Questa altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?». (da Il ventre di Napoli)
 

Matilde Serao (1856-1927) nasce in Grecia, a Patrasso, dove il padre avvocato e giornalista si rifugia perché ricercato come antiborbonico. La madre è di nobile discendenza greca, donna colta e molto amata. La famiglia non gode però di grandi risorse economiche. L’infanzia di Matilde è serena e libera, al punto che, all’età di otto anni, la piccola non ha ancora imparato né a leggere né a scrivere. Rientrati in Italia quando la situazione politica si placa, i Serao si stabiliscono a Napoli dove il padre riprende il lavoro di giornalista, intorno al quale subito si aggrega l’interesse di Matilde.

A quindici anni è totalmente priva di un titolo di studio e partecipa a lezioni scolastiche in qualità di uditrice. Ma il suo talento e il suo profondo interesse per il mondo dell’informazione sono già presenti e Matilde inizia alcune collaborazioni con testate locali mentre, per aiutare economicamente la famiglia, lavora come impiegata al Telegrafo. Questo impiego le ispirerà in seguito Il romanzo di una fanciulla, opera dedicata proprio al mondo delle telegrafiste.

Amica intima di Eleonora Duse, all’epoca giovane e già talentuosa attrice, l'affianca e la sostiene nel corso di una tragica gravidanza che si concluderà con la morte del bambino. A 26 anni Matilde lascia Napoli per Roma, dove collabora alla rivista «Capitan Fracassa», occupandosi di rubriche e argomenti vari: dalla cronaca rosa alla critica letteraria. La sua penna vivace e ricca di coloriture la introduce nel mondo dei salotti romani che l'accolgono con curiosità, preceduta dalla sua fama di donna indipendente e poco incline ai rituali della mondanità. Il padre, sempre presente, l'incoraggia e l'accompagna.

Nel 1883 esce Fantasia, opera che incontrerà il favore del pubblico, ma non della critica: Edoardo Scarfoglio, autorevole critico letterario, la stroncherà. L’incontro con Scarfoglio, però, sarà – come si dice – galeotto: i due si innamorano e si sposano nel 1885, suscitando non poco scandalo nella buona società: Matilde è pur sempre considerata una mezza illetterata e una donna irriverente e troppo indipendente. Con Scarfoglio nasce un sodalizio sentimentale (la coppia avrà 4 figli) e professionale molto forte. Matilde, nonostante le gravidanze, non smette di scrivere e sono di questi anni molti romanzi e racconti: Pagina Azzurra, All'erta, sentinella!, La conquista di Roma, Piccole anime, Il ventre di Napoli, Il romanzo della fanciulla.

Con Scarfoglio intraprende la coraggiosa fondazione de «Il Corriere di Roma», giornale che non avrà fortuna. La coppia ritorna a Napoli, vende le quote dello sfortunato quotidiano e ne fonda un altro,tutt’ora esistente e vitale: «Il Mattino». Perfino la disastrosa esperienza di Roma riuscirà ad ispirare a Matilde Serao un importante romanzo: Vita e avventure di Riccardo Joanna, che Benedetto Croce definirà “il romanzo del giornalismo”. Nel 1892 Matilde si allontana temporaneamente da Scarfoglio, con i quale i rapporti non sono sereni. Il marito inizia una relazione con una cantante di teatro che, due anni dopo, darà alla luce una bambina ed esigerà la separazione di Scarfoglio dalla moglie. Il giornalista si rifiuta e la vicenda, che crea un grande scandalo nella buona società in cui entrambi sono ben conosciuti, ha un epilogo tragico: la giovane amante di Scarfoglio si suicida, abbandonando la bambina. Sarà Matilde Serao che, con grande coraggio e sprezzo delle convenzioni, la accoglierà come una nuova figlia. La relazione
con il marito è però ormai compromessa e Matilde se ne separa non senza strascichi: il loro giornale viene coinvolto in un grande scandalo politico con accuse, per lei e per il marito, di corruzione e di collusione con la giunta comunale sotto inchiesta. Matilde Serao si dimette dal giornale, non senza difendersi energicamente e ricevendo anche l’appoggio del marito.

Nel 1903, chiusa la relazione con Scarfoglio, Matilde Serao si lega al giornalista Giuseppe Natale, che sposerà alla morte del marito e da cui avrà una figlia. Con Natale, Matilde Serao diventa fondatrice di una nuova, fortunata testata: «Il Giorno», ancora oggi quotidiano di rilevanza nazionale. Accortamente, pur senza rinunciare alla sua missione di giornalista d’inchiesta, Serao sceglie toni più moderati, proseguendo anche la produzione letteraria e continuando ad occuparsi dei suoi sei figli. Allo scoppio della Prima Guerra mondiale, «Il Giorno» si distingue per la linea non interventista. Nonostante la morte del secondo marito nel 1917, Matilde prosegue da sola il suo intenso lavoro e la gestione della famiglia. Viene candidata al Premio Nobel nel 1926, ma Mussolini ostacola questa proposta poiché Serao è una convinta antifascista. A lei viene preferita Grazia Deledda. Morirà l’anno successivo, colpita da un infarto proprio mentre è intenta a scrivere. È sepolta a Napoli, nel Cimitero di Poggioreale.

L'immagine di copertina è una elaborazione grafica realizzata da Evaluna Lovera.