Gruppo di lettura "Letture dall'Asia"

 

Il gruppo di lettura "Letture dall'Asia", condotto dal 2020 da Chiara Michela Bottari presso la Biblioteca civica Centrale, intraprende ogni mese un viaggio letterario alla scoperta dell'Oriente, attraverso le voci di tanti autori e autrici. 

Dal Giappone alla Cina, dalla Corea all'India, spaziando tra lingue, culture, generi e stili letterari diversi. 

Questi i libri che, fino ad oggi, sono stati letti e discussi dal gruppo:

 

Siamo nel 2100, nella città sommersa di T. L'umanità è migrata in fondo al mare per sfuggire ai devastanti cambiamenti climatici e il mondo, dominato da potenti conglomerati mediatici, si basa sullo sfruttamento del lavoro degli androidi. Momo, famosa estetista della pelle, conduce una vita introversa e nostalgica. Ha una ferita con cui fare i conti: la madre, da cui è separata da oltre vent'anni, si ripresenta nella sua vita innescando un percorso di esplorazione di sé che metterà in dubbio la sua stessa esistenza, la natura del proprio corpo e la sua identità di genere. Il processo di trasformazione, mutamento e reinvenzione che investe Momo pone questioni radicali, al punto da chiedersi se gli esseri umani siano ancora padroni della propria memoria e del proprio futuro. Pubblicato a Taiwan nel 1995, Membrana è un classico della narrativa speculativa in cinese. Chi Ta-wei, con talento predittivo, immagina la saturazione provocata dai social media e il monitoraggio corporeo, intrecciandoli a temi distopici come il dominio della tecnologia e dei regimi capitalisti. Un romanzo visionario che si distingue per l'estetica cyberpunk e i temi queer e trans

Un ragazzino tredicenne, Han, a causa della decaduta posizione professionale del padre è costretto a trasferirsi dalla più prestigiosa scuola di Seul a una scuola di provincia. Qui le leggi che vigono tra gli studenti e tra gli studenti e i professori sono molto diverse e Han è costretto a scontrarsi con uno studente boss che sembra avere la scuola in pugno. Questi non usa la violenza, se non in rari casi, ma domina tutti i compagni col terrore e con la complicità del maestro. Dopo la prima, strenua, resistenza, Han è costretto a cedere alla subdola complicità del bullo e del maestro. Ma appena cambia il maestro, per il bullo sarà tutto più difficile

Yu-jin si sveglia una mattina nel proprio letto ricoperto di sangue. Non solo il suo corpo, ma tutta la stanza ne è imbrattata. Lui non ricorda quasi niente della notte appena trascorsa, solo di essere uscito a correre per distendere i nervi. O meglio, di essere sgattaiolato fuori di casa visto che sua madre non deve sapere delle sue scappatelle notturne. Yu-jin ha ventisei anni e vive con lei e il fratello adottivo Hae-jin in un appartamento all'ultimo piano di un residence di Gundo, nella moderna periferia di Seul. Da quando sono morti il padre e il fratello maggiore, Yu-jin segue una terapia di psicofarmaci che tiene a bada l'epilessia di cui soffre, ma che gli procura terribili effetti collaterali: emicranie atroci, acufeni, attacchi di rabbia. E vuoti di memoria. Ecco perché non ricorda cosa sia successo per ritrovarsi in quello stato. Quando cerca di ricostruire gli eventi della notte precedente, Yu-jin, esplorando l'appartamento, trova in cucina il cadavere della madre con la gola tagliata, e quando poi un orecchino di perla gli scivola fuori dalla tuta indossata per correre, Yu-jin è terrorizzato.

Censurato a lungo dal regime, Il maestro della notte è il romanzo della gioventù bruciata cinese, della sua ansia di vita, di emancipazione sessuale, di libertà: un libro letto e amato da migliaia di lettori e impostosi infine come un classico. Sospeso fra epica e malinconia, il romanzo cattura il sentimento profondo della perdita, dell'esclusione, della solitudine, del bisogno di amicizia della gioventù cinese. Nato in Cina nel 1937, Bai Xinyong si trasferisce a Taiwan nel 1952, e della Taiwan degli anni Settanta questo romanzo ricostruisce l'atmosfera.

Nowatari Rui è una donna stanca di essere il soggetto dei romanzi del marito, un celebre scrittore che la vede solo come fonte di ispirazione per la sua arte. Spogliata della sua identità e della sua vita privata, Rui è invasa da un sentimento di frustrazione e, in un momento di sconforto, ingerisce un’intera ciotola di semi che iniziano a germogliare su tutto il suo corpo. La donna-pianta si tramuta lentamente in un groviglio di radici e filamenti, fino a diventare una foresta che ingloberà l’intero quartiere e lo stesso marito, in una metamorfosi di libertà. La foresta trabocca è un romanzo dallo sguardo weird che sfida i pregiudizi di genere ed esplora, combinando realtà e fantasia, i sacrifici nelle relazioni di coppia e i confini tra arte e manipolazione.

Grazie alla passione per il rock, l'arte e il cinema sperimentale e sulla scia dei moti studenteschi di fine anni Sessanta, il diciassettenne Ken e i compagni di liceo assicurano un alito di vita nuova alla provinciale Sasebo, cittadina portuale sulla costa occidentale del Kyushu dominata da una base navale americana. Ken e i suoi amici barricano la scuola e organizzano un festival all'insegna di arte e musica rock, una pennellata di colori rivoluzionari contro il grigiore della quotidianità e alla conquista del cuore di Lady Jane (come la canzone dei Rolling Stones), soprannome della ragazza di cui il protagonista è follemente innamorato.

In una torrida estate, nel cuore di Seoul, una madre vede ritornare a casa la figlia trentenne: da anni ormai il loro rapporto si riduce a una cena settimanale dove, dietro ciotole fumanti di udon, si nasconde un'infinità di cose non dette. La madre, vedova e infermiera, conduce una vita modesta, accompagnata dal terrore della vecchiaia, di cui Jen, una donna malata di Alzheimer presso la casa di riposo dove lavora, è simbolo e vittima al tempo stesso. La figlia, invece, si presenta in casa con la sua compagna e una carriera universitaria bruscamente interrotta a causa del suo coinvolgimento nella difesa di due colleghe omosessuali discriminate all'interno del campus. Sua madre è completamente impreparata ad accoglierle, schiacciata tra l'immagine di famiglia tradizionale a cui ha dedicato l'intera esistenza e gli ideali per cui lotta la figlia, in nome di un cambiamento necessario ma per lei impossibile da accettare. Un muro di incomprensione, rabbia e freddezza le circonda, entrambe vittime di pregiudizi di una società che teme chi è diverso, chi lotta per migliorare le cose. Dopo Han Kang e Cho Nam-joo, la nuova scoperta letteraria della Corea del Sud, Kim Hye-jin, scandaglia con immensa sensibilità le inquietudini di una generazione che si oppone ostinatamente all'autodeterminazione dei figli, mostrando lo scontro tra due visioni del mondo in apparenza inconciliabili. Una storia che insegna la forza dell'empatia, la complessa accettazione della diversità, la possibilità di un'altra idea di famiglia. Un romanzo che si confronta con le nostre paure più universali offrendo come antidoto la forza dell'amore in tutte le sue forme e sfumature.

el 1942, nell’imminenza della battaglia delle Midway, le truppe giapponesi occupano due isole al largo dell’Alaska. L’anno successivo gli americani le riconquistano con una azione cruenta, e nella furia della ritirata quattro cani appartenenti alle unità cinofile nipponiche vengono lasciati indietro. I soldati appena sbarcati non possono saperlo, ma si tratta di esemplari di una casta di combattenti eccezionali. Sono tre pastori tedeschi e uno di razza hokkaido, e questo è solo l’inizio della loro storia. Nell’arco della seconda metà del XX secolo, «il secolo delle grandi guerre e dei cani soldato», diventeranno protagonisti e testimoni di straordinarie vicende. Presi in consegna dai nuovi padroni, due di loro verranno impiegati nelle battaglie decisive della guerra del Pacifico; uno diventerà il cane da slitta più famoso d’America, mentre l’ultimo, fedele ai giapponesi, trascinerà un drappello di nemici verso un campo minato. Con il trascorrere dei decenni i numerosi eredi di questa dinastia si diffonderanno in tutto il pianeta, selezionati, allevati e addestrati con la massima cura per essere impiegati negli scenari più stupefacenti – la guerra di Corea, l’oscurità dei tunnel sotterranei in Vietnam, poi in Afghanistan, oppure al servizio della squadra antinarcotici della polizia messicana negli anni Settanta, o ancora del KGB, della mafia russa e di quella cecena. Cani che si innamorano, fanno figli, li vedono vivere e morire, fuggire e non tornare mai più. Uno di loro, Cabrón, sarà il compagno prediletto di un boss dei narcos che combatte nelle arene da wrestling con una maschera canina (un suo colpo fulmineo si chiama «Calcio del San Bernardo»). Un’altra, Good Night, affronterà un viaggio dalle Hawaii a Tahiti a bordo di una imbarcazione preistorica polinesiana, in un’avventura crudele e mistica al tempo stesso. Da quei quattro capostipiti discenderanno cani comunisti, capitalisti, terzomondisti, cuccioli con l’indole dell’eroe o del traditore, splendide cagnette che si faranno ammirare nei concorsi canini internazionali, e tra loro brillerà Laika, celebre e tragica, lanciata alla conquista dello spazio verso il buio e il silenzio dell’eternità. «Cani, dove abbaierete la prossima volta?». Autorevole esempio di una tradizione narrativa che si è imposta ovunque per la sua creatività innovativa, Belka è un romanzo di singolare energia, onirico e rocambolesco, di un autore considerato da molti come l’unico vero erede di Murakami Haruki. Questa sua prima opera pubblicata in Italia rivela un letterato capace di unire storia e invenzione, ritmo narrativo e umorismo, lirismo e suspense, nella sensibilità nuova e instabile del XXI secolo

La storia vera di "tre figlie della Cina" (l'autrice, sua madre, sua nonna) le cui vite e le cui sorti rispecchiano un secolo di storia cinese, un tempo di rivoluzioni, di tragedie e di speranze: dall'epoca dei "signori della guerra" all'occupazione giapponese e poi russa, dalla guerra civile tra i comunisti e il Kuomintang alla lunga Marcia di Mao e alla Rivoluzione Culturale. Allevata come una "Guardia rossa", Jung Chang raccoglierà infine l'eredità di dolore e di speranza di sua nonna e di sua madre, opponendosi al regime, che le deporterà i genitori in un campo di rieducazione e la esilierà ai piedi dell'Himalaya, fino all'insperata occasione di espatrio, nel 1978, verso l'Inghilterra.

Corea, anni Trenta. Quando Sunja sale sul battello che la porterà a Osaka, in Giappone, verso una vita di cui non sa nulla, non immagina di star cambiando per sempre il destino del figlio che porta in grembo e delle generazioni a venire. Sa solo che non dimenticherà mai il suo Paese, la Corea colpita a morte dall'occupazione giapponese, e in cui tuttavia la vita era lenta, semplice, e dolce come le torte di riso di sua madre. Dolce come gli appuntamenti fugaci sulla spiaggia con l'uomo che l'ha fatta innamorare per poi tradirla, rivelandosi già sposato. Per non coprire di vergogna la locanda che dà da vivere a sua madre, e il ricordo ancora vivo dell'amatissimo padre morto troppo presto, Sunja lascia così la sua casa, al seguito di un giovane pastore che si offre di sposarla. Ma anche il Giappone si rivelerà un tradimento: quello di un Paese dove non c'è posto per chi, come lei, viene dalla penisola occupata. Perché essere coreani nel Giappone del XX secolo, attraverso tutte le tempeste che la Storia riserverà a quegli anni densi e implacabili, è come giocare al gioco giapponese proibito, il pachinko : un azzardo, una battaglia contro forze più grandi che solo uno sfacciato, imprevedibile colpo di fortuna può ribaltare. La moglie coreana , rivelazione letteraria dell'anno, è una grande saga, intima e al tempo stesso universale, che attraversa quattro generazioni di una famiglia regalandoci personaggi appassionati che vivono, amano, lottano sotto un cielo indifferente come la Storia stessa. In cerca di un posto da chiamare, finalmente, casa.

Questa è la storia di Hanio, un giovane copywriter che, colto da un improvviso disgusto per la vita, tenta il suicidio. Suo malgrado viene salvato, ma continua a desiderare di farla finita. Nella speranza di farsi uccidere, pubblica allora su un giornale un'inserzione per mettere in vendita la sua vita. Si presentano vari candidati e ognuno lo trascina in un'avventura in cui lui fa di tutto per morire, senza mai riuscirci. È un susseguirsi di episodi, narrati con ritmo rapido e avvincente, che coinvolgono una serie di personaggi eccentrici, soprattutto femminili. Mentre la tensione del racconto cresce, dallo svolgersi di questi eventi apparentemente slegati affiora un disegno che li collega tutti. Un romanzo d'azione, insolito nella produzione di Mishima, ironico e divertente, ma anche inquietante nel suo nichilismo, e profondo nello scandagliare le pulsioni di morte che attraversano i suoi personaggi. Non a caso il libro fu scritto appena due anni prima del tentativo di colpo di stato ordito da Mishima, che si concluse con il suo suicidio.

Erano passati dieci anni da quando Dahai aveva sepolto il suo diario. Il taccuino in pelle lo aspettava nella terra secca ai piedi di un pino, in cima al monte dietro la casa della sua infanzia. Dahai lo aveva interrato a dìciott'anni, in una scatoletta scura di teak che serviva per conservare il tè, insieme a un pacchetto di sigarette e a qualche vecchia fotografia. Nato nel 1985, Dahai era un figlio della nuova Cina. La sua era la prima generazione a non avere ricordi di Tiananmen, una generazione di figli unici, in un paese che cresceva veloce quanto loro: nati nel suo presente vorticoso, eredi del suo futuro incerto. Questa è la generazione che cambierà la Cina e il mondo: trecentoventi milioni di giovani, più dell'intera popolazione degli Stati Uniti. Dahai, figlio di un militare che sfoga curiosità e insoddisfazione online, «ripostare è potere»; Xiaoxiao, hipster del gelido nord che sfida la regola che ancora oggi vuole le donne sposate presto, prima di tramutarsi in scarti; Snail, schiacciato da un serio problema di dipendenza dai videogiochi online e motivato dal desiderio di lasciare la campagna; Fred, figlia di un uomo del Partito e studente di Scienze Politiche negli Stati Uniti; Mia, ribelle fashionista che si tatua un AK-47 e frequenta gli stessi locali di Pechino dove suona Lucifer, aspirante celebrità che abbandona il punk per il pop e i reality. Nati tra il 1985 e il 1990, come i ragazzi di ogni latitudine vogliono uscire di casa, trovare un lavoro, innamorarsi. Alee Ash segue i sei personaggi e i loro sogni con empatia: sono suoi coetanei, la loro storia è anche la sua.

«Ho fatto un sogno» dice Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e di boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie dapprima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti. È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio, per abbracciare infine l'ideale di un'estatica dissoluzione nell'indifferenza vegetale. La scrittura cristallina di Han Kang esplora la conturbante bellezza delle forme di rinuncia più estreme, accompagnando il lettore fra i crepacci che si aprono nell'ordinario quando si inceppa il principio di realtà – proprio come avviene nei sogni più pericolosi.

Seduto alla sua scrivania, l'imprenditore autodidatta Balram Halwai, detto la Tigre Bianca, scrive sette lucide e impietose lettere al primo ministro cinese che si appresta a visitare l'India. Gli racconta delle proprie origini e della propria storia: la storia di un ragazzo di una delle caste più basse che da un fangoso villaggio all'interno del paese (dove "ogni buona notizia si tramuta in una cattiva notizia, e in fretta") arriva a New Delhi, dove mall luccicanti, sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da magri autisti in ciabatte si accostano a bordelli di lusso con bionde prostitute dell'Europa dell'est. Qui, nel nuovissimo quartiere di Gurgaon, Balram Halwai assiste alla progressiva e inarrestabile corruzione del suo padrone, ne assimila la mentalità e intuisce che il modo per fuggire dalla gabbia della miseria esiste: commettere un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta, a un codice morale dettato dalle necessità produttive, ma soprattutto applicando le auree regole degli affari apprese da Mr Ashok, il suo defunto ex principale, il successo non tarda ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe investire parte del proprio capitale in una scuola per i bambini poveri di Bangalore: una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non si parli né di Gandhi, né dei 36 milioni di divinità indiane

Fra gli scrittori dell'antologia vi sono i tre grandi della fantascienza giapponese, ossia Ryo Hanmura, Shinichi Hoshi e Sakyo Kotmatsu, poi Kobo Abe, con il suo caratteristico tocco kafkiano, e Tetsu Yano, di cui si ricorda l'attività nel fandom giapponese in collaborazione con Takumi Shibano, curatore della leggendaria fanzine 'Uchujin', pubblicata per la prima volta nel 1957. Nelle loro opere sono presenti riferimenti precisi all'epoca del militarismo degli anni '30 e '40, vengono sollevate questioni importanti come l'impatto della rapida modernizzazione, l'inquinamento dell'ambiente, i pericoli di una cultura insulare, il mito della superiorità razziale, fino a visioni che coinvolgono l'identità sessuale.

Doveva essere un giorno di riposo per l'ispettore Sasagaki, invece è l'inizio di un caso inestricabile che finirà per ossessionarlo per molto, molto tempo. Il corpo di Yosuke Kirihara, stimato proprietario di un banco di pegni, viene rinvenuto in un edificio abbandonato. Sdraiato su un divano, i capelli composti, l'abito elegante, come addormentato, non fosse per quella chiazza di sangue in mezzo al torace. I sospetti ricadono di volta in volta sui familiari, poi sui clienti del negozio, infine su una presunta amante, ma più il cerchio si stringe più la polizia brancola nel buio: non ci sono prove schiaccianti e gli indiziati hanno alibi che si sostengono a vicenda. E, come una maledizione, tutti coloro che hanno a che fare con il caso Kirihara finiscono per morire in strane circostanze. Tutti tranne il figlio della vittima, Ryo, un ragazzo cupo e impenetrabile che vive arricchendosi con traffici illegali, e la figlia dell'amante di Kirihara, Yukiho, studentessa brillante e di una bellezza mozzafiato. Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti, ma vent'anni sono davvero troppi, specialmente quando si tratta di un efferato omicidio. Riuscirà l'ispettore Sasagaki a sciogliere il mistero che lo tormenta e a incastrare un colpevole che gli sfugge da decenni? 

Seul, 1890. È solo una bambina orfana, Yi Jin, quando arriva come serva alla corte Joseon, ma c'è qualcosa in lei che smuove il cuore della regina. È per questo, per la sua fragilità di uccellino e la delicatezza del suo viso, che diventa oggetto di un amore quasi materno, e le viene concesso il privilegio di imparare una delle arti più amate a corte, la danza. Negli anni, Yi Jin diventa la danzatrice più apprezzata e famosa di tutta la Corea: con ogni movimento del corpo sembra in grado di compiere una magia. Quando un diplomatico francese visita la corte - sono gli ultimi, fulgidi anni della dinastia Joseon, che di lì a poco l'invasione giapponese avrebbe spazzato via - osserva rapito la magnificenza di questa cultura al culmine del suo splendore. E, vedendo Yi Jin che interpreta la Danza dell'oriolo a Primavera, resta inevitabilmente stregato: pur sapendo che le danzatrici appartengono alla corte, chiederà al re di portarla con sé in Francia e sposarla. Il permesso è accordato, e per Yi Jin comincia un viaggio incredibile: quello della prima donna coreana che abbia mai messo piede sul suolo europeo. Yi Jin conoscerà Parigi nel pieno della Belle Epoque, ma si scontrerà anche con una cultura completamente diversa, che non riuscirà mai a vedere in lei altro che un'esotica meraviglia...

Un giovane torna a Pechino dopo tre anni di carcere. Era stato condannato per aver fabbricato dei documenti falsi, adesso vuole rifarsi una vita, in tasca ha pochi soldi, basteranno appena per un paio di pranzi. Non ha un posto dove dormire e ben poche prospettive davanti a sé, ma un incontro casuale sembra dare una spinta al suo destino. All'angolo di una strada una ragazza gli passa davanti, anche lei con un borsone in spalla. Una sola frase detta di sfuggita: Vuoi dei DVD, amico?, e la vita può prendere un altro corso. Film di Hollywood, giapponesi, coreani, le grandi produzioni nazionali più in voga. Ho anche vecchi classici, film che hanno vinto l'Oscar. C'è tutto. Anche nella Cina di oggi c'è tutto e di tutto, in smisurate metropoli di decine di milioni di abitanti e di straordinaria complessità. Un mondo in cui convivono simultanei il futuro remoto e la tradizione, l'arte di arrangiarsi e il capitalismo globale. E qui, nella capitale di questo mondo, scaturisce una storia universale, e il giovane furfante e la venditrice di DVD iniziano assieme a commerciare per strada film di ogni tipo, un'attività fruttuosa e azzardata a causa della crescente severità delle leggi. Una vicenda che si allarga sempre di più, piena di sorprese inaspettate, che diventa noir quando il complice del ragazzo, ancora in cella, gli chiede di prendersi cura della donna che ama, e l'incontro sarà di quelli fatali. Perché al giovane e povero eroe di questo romanzo la vita non sottrae nulla...

Sayoko è una casalinga trentacinquenne, moglie di Shuji e madre di un figlio di tre anni di nome Akari. Negli ultimi tempi, come se di colpo il peso della routine quotidiana le fosse caduta addosso, Sayoko sente di dover cambiare qualcosa nella propria vita e trova un impiego part-time come donna delle pulizie. La direttrice si chiama Aoi, ha la sua età, ma uno stile di vita completamente diverso dal suo. Eppure sin da subito le due donne sentono una naturale e reciproca curiosità. Durante i turni si studiano, si confidano e si domandano segretamente come sarebbe potuta essere la loro vita, se avessero fatto l'una le scelte dell'altra. Quando viene ricollocata in un gruppo speciale che si occupa di pulire alcuni appartamenti per le vacanze, Sayoko conosce altre dipendenti: giovani spensierate che vivono alla giornata; isteriche donne di mezza età; anziane in difficoltà economiche Ma, soprattutto, viene a sapere che Aoi, quando frequentava ancora il liceo, era stata bullizzata e aveva tentato di uccidersi assieme alla sua migliore amica...