13 luglio 1985: Concerto Live Aid, la musica non nutre solo l’anima

Quando si parla di concerti famosi, spesso la mente ci porta a menzionare il concerto di Woodstock. Ma a distanza di tempo, ancora ricordo con grande emozione il concerto Live Aid, che seguii dal pomeriggio fino a notte fonda, nel pieno dell’estate dei miei 24 anni.

Il Live Aid è stato un concerto tenutosi il 13 luglio 1985 -  in contemporanea - al Wembley Stadium di Londra (Inghilterra) e al John F. Kennedy Stadium di Filadelfia (Pennsylvania, Stati Uniti d'America).

È da molti considerato il più grande evento musicale della storia. Il concerto è stato il più ambizioso progetto di trasmissione satellitare internazionale mai realizzato fino all'epoca. Fu presentato come un jukebox globale. Al Wembley Stadium di Londra vi erano circa 72.000 spettatori, mentre al John F. Kennedy Stadium di Filadelfia circa 90.000. É considerata la più grande trasmissione televisiva di tutti i tempi: si stima infatti che quasi due miliardi di telespettatori in 150 paesi abbiano assistito alla trasmissione in diretta!

Il Live Aid fu organizzato da Bob Geldof dei Boomtown Rats e da Midge Ure degli Ultravox, allo scopo di ricavare fondi per alleviare la carestia etiope di quegli anni. La raccolta superò ampiamente gli obiettivi. É iniziato alle 12:00 a Wembley (Regno Unito) ed è proseguito allo Stadio JFK (USA) con inizio alle 13:51. Lo spettacolo allo stadio di Wembley è terminato alle 22:00. Lo spettacolo dello stadio JFK e l'intero concerto sono terminati alle 04:05. Ha avuto una durata di 16 ore, ma - poiché le esibizioni di alcuni artisti sono state mostrate contemporaneamente nei due stadi - la durata totale del concerto è di molto superiore.

A metà concerto Billy Connolly annunciò che il 95% delle televisioni mondiali era sintonizzato sull'evento.

Phil Collins riuscì a esibirsi a Londra e poi a raggiungere Philadelphia nella stessa giornata, grazie all'aereo supersonico Concorde. A bordo del famoso aereo, Collins trovò per caso la cantante Cher che non sapeva nulla del concerto in corso; senza troppi indugi la cantante fu convinta a fare un'ospitata nel finale del concerto di Philadelphia cantando il brano We are the world con tutti gli artisti del concerto. Bette Midler presenta una giovane Madonna affermando: «She's great, she's hot, she's a lot like a virgin… she's Madonna!».

Bob Dylan, cantando Blowing in the wind ruppe una corda della chitarra e Ron Wood (dei Rolling Stones) tolse la propria passandola a lui. Wood, rimasto sul palco sprovvisto del suo strumento musicale, si mise a suonare una chitarra immaginaria, imitando Pete Townshend degli Who, finché un assistente di scena non gli procurò una chitarra sostitutiva.

Mick Jagger si esibì in duetto con una strepitosa Tina Turner cantando State Of Shock / It's Only Rock 'n' Roll, inscenando una delle più dissacranti e sguaiate pantomime che si fossero viste sulla scena del rock!

Si sono ritrovati sul palco anche i Black Sabbath originari, con Ozzy Osbourne alla voce, e hanno suonato tre pezzi cardine della loro carriera.

Elvis Costello accompagnato solamente da una chitarra, ha cantato All You Need Is Love dei Beatles, presentandola semplicemente come una English folk song, accompagnato dal pubblico.

Anche l'esibizione di Elton John fu grintosa e scoppiettante, accompagnata da duetti con Kiki Dee in Don't Go Breaking My Heart e George Michael in Don't Let the Sun Go Down on Me.

Un altro momento con grande risposta dal pubblico fu quando David Bowie eseguì Heroes dedicandola al suo giovane figlio, così come a «tutti i nostri figli ed ai figli di tutto il mondo».

La coinvolgente performance degli U2, anche questa fortemente voluta dalla loro casa discografica, impose definitivamente il nome della band a livello mondiale. Paul McCartney accettò di esibirsi dicendo che il management - suo figlio - lo aveva persuaso a prendere parte al concerto.

Fantastica la partecipazione di Sting che cantò, accompagnato dalla sua chitarra e dalla tromba di Branford Marsalis, alcune tra le più belle canzoni dei Police e poi duettò con Phil Collins!

Storica l’esibizione dei Queen! L'istrionismo del cantante Freddie Mercury trascinò l'intero stadio di Wembley!

La parte di concerto al John F. Kennedy Stadium incluse la riunione di Crosby, Stills, Nash & Young, e dei membri dei Led Zeppelin e degli Who con Peter Townsend!

Ho avuto l’impressione che questo grande concerto, in cui per una volta la musica del mondo  apparve davvero unita, sia stato un po’ dimenticato nel tempo e che non gli venga attribuita l’importanza che meriti, al pari ad esempio del concerto di Woodstock. Forse quest’ultimo era circondato da un alone di folclore, colore, libertà, giovinezza, pacifismo, ideali di rinnovamento umano, che a quello del 1985 mancavano, chissà...

La differenza sostanziale con gli anni Sessanta e Settanta è che, mentre in quei decenni la spinta verso l’impegno veniva dal basso, partiva dalle strade, dalle università, dai ragazzi, dal movimento, queste nuove manifestazioni, questi concerti sono decisi dagli artisti, partono da una loro necessità vitale, espressiva, portando a compimento, in alcuni casi, un naturale percorso personale.

In proposito, preme rammentare un altro grande concerto, di circa 15 anni prima, rivolto alle popolazioni bisognose del Bangladesh del 1 agosto del ‘71. Messo al corrente dall'amico Ravi Shankar  della gravità delle condizioni delle popolazioni del Bangladesh, George Harrison organizzò in fretta l’evento al Madison Square Garden di New York, con la partecipazione di varie rock star (fra cui  Eric Clapton, Bob Dylan, Ringo Star, Ravi Shankar, Leon Russel ). L'impegno profuso da Harrison nell'organizzazione in prima persona dell'evento fu notevole. Tra le molte recensioni favorevoli e lodi indirizzate a The Concert for Bangladesh, l'autore Tom Moon lo descrisse «un album da suonare ogni volta che la vostra fede nel potere della musica inizia a vacillare!». L'album e il film ricavato furono un enorme successo. Bob Geldof (Live Aid) ha dichiarato che il concerto per il Bangladesh fu il pioniere dei concerti di beneficenza. Alla fine, è sempre il tempo a fare la storia e le differenze nella storia.

Per chi volesse approfondire  la vocazione umanitaria del Rock, si suggerisce la lettura del capitolo "La nuova alleanza. Da Live Aid alla liberazione del Sudafrica" in Blues, jazz rock, pop,  scritto da Ernesto Assante e Gino Castaldo.

Nel catalogo delle BCT potete trovare la riprese del film concerto Live Aid

Testo di Giacomo Aime, con la collaborazione del personale della biblioteca

Riflessioni intorno al concerto