"Aggiustare l'universo": una conversazione con Raffaella Romagnolo
In occasione del Giorno della Memoria, Raffaella Romagnolo ha presentato alla Biblioteca civica Villa Amoretti, il 24 gennaio 2024, il suo ultimo romanzo, Aggiustare l'universo (Mondadori, 2023).
Il romanzo si apre con l’anno scolastico 1945-1946, il primo anno scolastico dell’Italia liberata, che non inizia il 1° ottobre ma due settimane più tardi. C’è però un avanti e indietro temporale, ci sono molte analessi (che vanno dal 1938 al 1946), con una alternanza di scenari che dà ritmo alla narrazione.
Siamo a Borgo di Dentro, per Romagnolo ormai luogo di tutte le storie (nel romanzo Destino è il nome scelto dall'autrice per indicare la parte più antica di Ovada, «cittadina geograficamente piemontese, ma ligure per tradizione, lingua e cuore»), e c’è la giovane maestra Gilla che deve portare all’esame di quinta elementare una ventina di allieve. Una di queste arriva in ritardo, accompagnata da un misterioso biglietto del direttore, che la maestra rileggerà più volte, su cui c’è scritto che la bambina è una brava scolara ma «non parla». Scopriamo presto che Francesca Pellegrini è una 'bambina nascosta' - una dei tanti bambini costretti a vivere sotto falso nome durante la Shoah - e che il suo vero nome è Ester Sacerdoti e non è affatto muta ma chiacchera tutti i giorni con un gatto.
Sul tema degli hidden children è doveroso ricordare il racconto autobiografico di Lia Levi Una bambina e basta, in cui l'autrice racconta di esser stata nascosta, per sfuggire alla deportazione, in un convento cattolico alle porte di Roma; o l'infaticabile impegno di Franco Debenedetti Teglio che, essendo nato nel 1937, ha trascorso i suoi primi otto anni di vita quasi in incognito e poi nascosto, senza nome, anche in Francia, nel terrore angosciante di essere scoperto (Franco De Benedetti Teglio ha curato per le Biblioteche civiche torinesi la mostra "17 novembre 1938: lo Stato Italiano emana le leggi razziali"); e infine anche l'emozionante libro per ragazzi Il bambino nascosto di Isaac Millman che, dopo più di cinquant'anni ha deciso di raccontare la sua storia, attraverso disegni personali e fotografie di famiglia sopravvissute alla guerra. Attraverso questa storia, innumerevoli volte, noi bibliotecari abbiamo raccontato la Shoah alle scolaresche nelle nostre biblioteche.
La scelta del titolo, Aggiustare l'universo, sembra essere animata da molteplici significati. Da un lato vi ritroviamo proprio l’indicazione concreta dell'attività serale della maestra Gilla che, nel riparare un vecchio planetario, anche immagina le sue lezioni sulla disposizione e il movimento dei corpi celesti; appare evidente come la Terra sia «spaccata a metà» non solo nel vecchio congegno, ma anche metaforicamente a causa della guerra. Si allude inoltre alla funzione educativa della maestra Gilla, che vorrebbe riparare anche la sua allieva 'muta', «provare ad aggiustarla» dice al preside. D'altro canto sembra esserci un rimando - che Romagnolo durante l'intervista ci ha rivelato essere inconsapevole - al principio dell’ebraismo che sottolinea il dovere di ciascuno di riparare il mondo: Tiqqun ‘olam in ebraico significa 'riparare', rendere giustizia, rimettere al posto giusto le cose per il bene di tutti.
Il valore della memoria e del ricordo viene declinato dall'autrice in modo diverso per ciascuno dei suoi memorabili personaggi: Ester ricapitola i ricordi della sua casa, «stanza per stanza», oggetto per oggetto, e in un tema proposto dalla maestra Gilla, avente come traccia Un ricordo indimenticabile, scriverà che «tutti i ricordi sono indimenticabili» e che non vuole dimenticarne nessuno (Zakhor, Ricorda!, è l’imperativo che richiama il popolo ebraico al dovere del ricordo); Gilla ripara il planetario anche per scacciare ricordi dolorosi ed evita - per lo stesso motivo - le conversazioni più intime; lo zio di Ester, l’avvocato Raffaele Sacerdoti, a Drancy, il più importante campo di transito per ebrei catturati sul suolo francese, «fa di tutto per allontanare l’immagine di se stesso» risalente a prima dell'emanazione delle leggi razziali ma poi, sul vagone ferroviario diretto in Polonia, verso un luogo che non ha mai sentito nominare, cede ai ricordi e «piange in silenzio»; il nonno di Ester, Giosuè Sacerdoti, vive in una dimensione misteriosa che è tutta memoria del passato e in questo nucleo interiore troverà rifugio, affrontando la sua tragica fine senza timore.
Chi conosce la produzione di Raffaella Romagnolo sa che questa scrittrice non abbandona mai i propri personaggi (in Aggiustare l'universo ne ritroviamo alcuni già presenti in Destino: Achille Ferro, Rosa Maria Leone, il partigiano Gatto...) e che anche quelli secondari sono sempre tratteggiati con estrema cura. Riuscitissima in Aggiustare l'universo è la parabola esistenziale dell’avvocato Raffaele Sacerdoti, un uomo d’azione, che «ha ben chiaro il problema, ma non la soluzione». È una figura pittoresca e persona dotata di un umorismo patibolare, ma la sua formazione giuridica consente alcune importanti riflessioni sul diritto: se gli Ebrei sono estromessi dalle province italiane, dai comuni italiani, dalle scuole italiane, si chiede, non «ne consegue, ipso facto, una diminutio della loro italianità?». Questo romanzo ha il pregio di rendere concreto il susseguirsi incalzante e capillare di provvedimenti antiebraici - di rango inferiore alla legge - in cui vengono esplicitati divieti minuziosi: è vietato il portierato, il commercio di libri usati, allevare colombi viaggiatori, aderire ad associazioni per la protezione degli animali, condurre scuole di ballo, e così via. Le leggi fasciste antiebraiche prevedevano, tra le tante limitazioni, anche l’esproprio dei beni appartenenti agli ebrei e diedero l’avvio ad una escalation che portò, dal 1943 alla Liberazione, al sequestro di qualsiasi proprietà. Nel romanzo, proprio l’appartamento della famiglia Sacerdoti a Casale Monferrato (quello che Ester ricorda «stanza per stanza») verrà assegnato ad altri per meriti di guerra. (A questo proposito ricordiamo il prezioso volume Le case e le cose. La persecuzione degli ebrei torinesi nelle carte dell’EGELI 1938 – 1945, frutto dell' accurato studio condotto da Fabio Levi sulle carte dell’Archivio Storico San Paolo relative alla gestione EGELI, l'Ente Gestione Liquidazione Immobiliare per il Piemonte e la Liguria).
Personaggio secondario - ma importantissimo per lo scioglimento dell'intreccio narrativo - è la compagna di banco di Ester, Maria Luisa Piombo, che in classe non è considerata fra le più sveglie ma che la difende dalle compagne malevole. Se analizziamo questa storia con lo schema del linguista e antropologo russo Vladimir Propp (1895-1970), Maria Luisa Piombo rappresenta l'aiutante, colui (o colei) che nelle fiabe ha la funzione di aiutare l'eroe (o l'eroina) durante le sue prove. Dall'altra parte anche nelle peripezie di Ester si intravede lo schema generale della fiaba così come lo ha enunciato Propp in Morfologia della fiaba (1928): troviamo infatti una situazione iniziale di equilibrio rappresentata dalla bella famiglia che Abram Sacerdoti ha saputo creare - la «sbalorditiva condizione di marito e padre», marito di Margherita e padre di Ester; la rottura di tale equilibrio data dalle leggi razziali (o meglio razziste) del 1938; le peripezie di Ester (la nostra eroina) da un nascondiglio all'altro; lo scioglimento finale che ristabilisce (almeno in parte) l'equilibrio. È stato Aristotele, nella sua Poetica, a sostenere che un intreccio narrativo è reso complesso dalla contemporanea presenza di peripezia e agnizione e in questa storia ci sono entrambe: è un momento divino riconoscere quelli che amiamo, dice Elena nella tragedia di Euripide ritrovando il marito Menelao (cfr. l'Elena di Euripide). E noi lettrici e lettori di Aggiustare l'universo riusciamo a sentirci grati esattamente come Abram Sacerdoti nel finale, perché il riconoscimento più bello è quando esso si compie assieme alla peripezia, quando a riconoscersi sono persone che si sono molto amate che si credevano reciprocamente perse.
Testo di Stefania Marengo (Biblioteche civiche torinesi)
La registrazione dell'incontro con Raffaella Romagnolo è avvenuta a cura delle Biblioteche civiche torinesi. Il video è stato pubblicato sul canale YouTube delle BCT.
Evento in collaborazione con Libreria Gulliver, casa editrice Mondadori e Comunità Ebraica di Torino.