La Villa Tesoriera
La Villa Tesoriera fu edificata tra il 1713 e il 1715 a spese di Aymo Ferrero di Cocconato (Racconigi, ca. 1663 - Torino, 1718), consigliere e tesoriere generale di Vittorio Amedeo II, su progetto di Giacomo Maggi, pittore e produttore teatrale di probabile origine ravennate. Alla morte di Aymo la moglie Clara Teresa Gay, gravata da pesanti debiti, fu costretta a porre in vendita la Villa: acquistata dapprima dal marchese Ghiron Roberto Asinari di San Marzano, negli anni seguenti cambiò proprietario numerose volte, divenendo anche, durante l’occupazione francese (1797-1814), caserma per le truppe transalpine.
Nel 1844 l’edificio e i terreni circostanti vennero acquistati dal marchese Ferdinando Arborio Gattinara di Sartirana e Breme, senatore del Regno e famoso entomologo, che fece apportare numerose modifiche, tra le quali la costruzione della manica a levante e la demolizione di alcuni muri al piano terra, al fine di ospitare la sua ricca biblioteca, le collezioni di quadri, maioliche e cineserie e una raccolta di cinquantamila insetti. Nel parco furono costruite serre per la coltivazione di piante esotiche, un serraglio per animali erbivori e un’uccelliera.
Nel 1934 l’edificio fu ereditato da S.A.R. Amedeo Umberto di Savoia duca d’Aosta, che affidò il progetto di restauro all’architetto Gianni Ricci: fu costruita la manica di ponente, nella manica di levante fu realizzato un nuovo scalone d’accesso al piano superiore e l’atrio, privato delle due anguste scale simmetriche, fu ricondotto all’aspetto originario. La facciata a nord, a intonaco semplice, venne rifatta a imitazione della facciata a sud. Nel parco furono realizzati il nuovo ingresso a esedra e la fontana.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 la Villa fu occupata da truppe della Wehrmacht: in questa occasione furono sottratti gli arredi, la biblioteca e le collezioni di pregio. In seguito la Villa ospitò una formazione di partigiani delle brigate Garibaldi, truppe dell’esercito statunitense e reparti di sanità inglesi.
Nel 1962 la tenuta fu acquistata dai Padri Gesuiti: la Villa fu adoperata per riunioni e ricevimenti, mentre alcuni locali vennero adibiti a spogliatoi e servizi per i campi da tennis ricavati a ridosso della facciata a nord.
Nel 1976, infine, l’edificio venne comperato dalla Città di Torino: alla conclusione di impegnativi interventi di restauro, la Villa fu aperta all’uso pubblico come sede della Biblioteca civica musicale Andrea Della Corte.
Dal 2008 al 2011 sono state realizzate opere di manutenzione straordinaria, indispensabili per l'adeguamento e la messa a norma dell’edifico e per la riorganizzazione funzionale degli spazi interni.