Un'altra Liberazione: "La tregua" di Primo Levi

Gruppo di lettura in occasione dell'Ottantesimo della Liberazione

Quando

Orari
Lunedì: 15:00-16:30

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La tregua, opera scritta da Primo Levi nel 1963, narra il viaggio di ritorno dal Lager di Buna Monowitz (Levi venne deportato nel febbraio 1944) a Torino dopo la liberazione di Auschwitz. L’azione si svolge in un lasso di tempo che va dalla fine di gennaio 1945 all’ottobre dello stesso anno. È considerato comunemente un libro in cui vengono raccontati il ritorno alla vita e la rinascita dopo il Lager. Tuttavia, fin dalle prime pagine del romanzo, Primo Levi ci mette in guardia dall'abbracciare quest'unica interpretazione e si concentra sul tema della fragilità della libertà: «Così - scrive Primo Levi - per noi anche l’ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell’offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell’offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l’anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti, e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia».

Lo stesso titolo del libro indica solo un'interruzione temporanea delle sofferenze (e delle guerre), destinata prima o poi a cessare. L’idea di una liberazione definitiva è sostanzialmente estranea a Primo Levi ed insieme possiamo riflettere sulla necessità, dal punto di vista storico, di riferirsi alla Liberazione al plurale, perché le Liberazioni furono tante (il sud, il centro e il nord dell’Italia furono liberati con diverse modalità, e in date diverse) ma soprattutto non per tutti gli italiani la Liberazione ebbe lo stesso significato. Il 25 aprile è una data simbolo ma essa è da intendersi piuttosto come un processo continuo, che richiede memoria e attenzione costanti. 

Conducono Antonella Bossuto (già docente di Lettere nelle scuole superiori) e Stefania Marengo (Biblioteche civiche torinesi). 

L'attività rappresenta anche la conclusione del percorso di lettura denominato Il viaggio, proposto da Antonella Bossuto ma è rivolta a tutti le/gli interessate/i, in particolare al Gruppo di lettura Villa Amoretti - nelle sue varianti e ramificazioni.

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Villa Amoretti
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