Maria Bellonci, la rosa Crimson Glory

ritratto a matita di Maria Bellonci, rielaborato con la grafica al computer

«Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità. Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri. Se alzo il capo li vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un'immagine. Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere. Che cosa è il tempo, e perché deve considerarsi passato? Fino a quando viviamo esiste un solo tempo, il presente. Una forza struggente mi prende alle viscere: costruttiva o devastatrice non mi è dato di sapere; è senza regola, almeno apparente [...]». (da Rinascimento privato)


Maria Villavecchia (1902-1986), in seguito nota come Maria Bellonci dal cognome del marito, nasce a Roma in una famiglia agiata e colta. Maria frequenta la scuola del Sacro Cuore e successivamente il liceo classico Umberto I. A conclusione degli studi, nel 1921, si cimenta con una prima prova di carattere classico, Clio e le Amazzoni, che sottopone al giudizio di Goffredo Bellonci, illustre critico letterario. Il romanzo non vedrà mai le stampe ma, tra Maria e Goffredo, nascerà un rapporto sentimentale che si confermerà con il matrimonio nel 1928. La ricca biblioteca di casa e il rapporto intellettuale con il marito alimentano gli interessi della giovane scrittrice, che si appassiona soprattutto alle vicende storiche e alle figure femminili che le animano.

Collabora al giornale «Popolo di Roma» con una rubrica dedicata alle donne, alla loro promozione sociale e intellettuale. Intanto Giulio Bertoni, filologo e accademico, le affida una ricerca intorno ad una collezione di gioielli appartenuti a Lucrezia Borgia: Maria Bellonci conduce negli archivi mantovani e ferraresi una lunga, rigorosa indagine che porterà, nel 1939, alla pubblicazione della corposa biografia Lucrezia Borgia e segnerà il suo esordio come scrittrice. Il libro avrà enorme successo, sarà tradotto in 19 lingue e le varrà il Premio Viareggio.

La casa dei Bellonci è un vero salotto intellettuale che non interrompe le proprie attività neppure durante la guerra. Proprio a casa Bellonci, nel 1947, nasce il Premio letterario Strega, grazie al sostegno di Guido Alberti, produttore dell’omonimo liquore. Maria Bellonci - animatrice della vita culturale, studiosa, storica, scrittrice - inizia a collaborare con la RAI, prima la radio e poi la televisione, fin dagli esordi. Gli anni Sessanta, all’apice della notorietà come scrittrice, Maria Bellonci affronta il primo di una serie di lutti: l’amato marito muore per un problema cardiaco nel 1964. A questo dolore, si aggiungono negli anni successivi altre perdite, sia in famiglia che nella cerchia dei suoi amici: Vittorio, Sereni, Elsa Morante, Anna Banti.

Maria Bellonci affronta tutto con la scrittura: sono di questi anni Pubblici segreti (1965), Come un racconto. Gli anni del Premio Strega (1970), Tu vipera gentile (1972). Febbrile e rigorosa, Maria si cimenta successivamente con la traduzione del Milione di Marco Polo, alla quale seguirà un romanzo dedicato al grande viaggiatore veneziano. Maria Bellonci si spegne nel 1986, dopo aver portato a termine Rinascimento privato, vita di Isabella d’Este – umanista, mecenate, protettrice delle arti - narrata in prima persona. L’ultima opera di Maria Bellonci è, in qualche modo, il suo testamento letterario e spirituale: nella figura di Isabella si riflette la visione culturale e umanistica della scrittrice e la sua personale e potente individuazione del ruolo delle donne nelle vicende del mondo. Per questo capolavoro l’autrice riceverà, a pochi mesi dalla morte, il Premio Strega che lei stessa aveva ideato.

L'immagine di copertina è una elaborazione grafica realizzata da Evaluna Lovera.