Giacomo Brogi e le sue vedute fotografiche di Torino

La Mole Antonelliana in costruzione (1866-67)

Giacomo Brogi (Firenze, 1822-1881) iniziò a lavorare all'età di 11 anni presso l'editore Batelli e frequentò la scuola d'incisione di Antonio Perfetti. Successivamente collaborò con il calcografo Achille Paris in qualità di ritoccatore.
Diede inizio alla sua attività lavorativa di fotografo nel 1856 circa, fondando una propria ditta intorno al 1864. Lo stabilimento fotografico Brogi di Firenze, e specialmente la figura del suo fondatore, si inquadra perfettamente in quel contesto di seconda metà Ottocento in cui la tecnica fotografica conobbe un’intensa fase di sperimentazione; in particolare, la diffusione del procedimento messo a punto da Talbot aveva da poco aperto la strada allo sfruttamento commerciale della duplicazione dell’immagine.

Giacomo Brogi intuì la potenza dell’immagine fotografica e delle sue ampie possibilità di utilizzo e la applicò al paesaggio italiano e alla valorizzazione delle sue bellezze artistiche. Fu soprattutto in questo campo che si sviluppò la sua attività di fotografo editore.
Effettuò diverse campagne fotografiche nelle regioni italiane (fra cui a Torino) e ne organizzò una importante in Medio Oriente, in particolar modo fotografando i Luoghi Santi, attività che gli valse una medaglia d'argento conferitagli da Papa Pio IX.
Nello studio di Corso Tintori egli si dedicò anche all’attività ritrattistica, favorito dal trasferimento della capitale da Torino a Firenze nel 1865, che aveva attratto in città illustri personaggi nei più svariati campi delle scienze, delle lettere e delle arti. Anche in questo settore lo Stabilimento Giacomo Brogi dedicò le proprie ricerche, volte alla messa a punto delle tecniche espressive più adatte alle necessità della propria clientela.
Alla morte di Giacomo la gestione dell'attività passò al figlio Carlo (1850-1925), uno dei promotori della Società Fotografica Italiana.

La Ditta Brogi partecipò nel 1873 all'Esposizione di Vienna, nel 1881 a quella di Milano e nel 1889 all'Esposizione Universale di Firenze, esponendo opere fuori concorso a puro titolo di patrocinio.