La Biblioteca civica Centrale di Torino tra conservazione e circolazione

Regolamenti per il prestito dei libri, 1905 e 1953

Il 28 maggio 1855 l’editore Giuseppe Pomba, deciso a onorare la fiducia che da sette anni i suoi concittadini riponevano in lui, rivolse al sindaco Giovanni Notta e ai colleghi consiglieri la proposta di istituire una Biblioteca comunale.
Nel paragrafo iniziale egli tracciava un rapido quanto preciso quadro della situazione bibliotecaria torinese: l’esistenza di una sola biblioteca pubblica, appartenente alla Regia Università, ricca di opere antiche classiche ed in ogni lingua, splendide per lusso tipografico, e doviziosa pure di numerosi e preziosi manoscritti, ma sfornita di opere moderne nelle scienze naturali, nelle fisiche e chimiche e nelle meccaniche, di quei rami cioè dello scibile umano, che tornano più utili agli studiosi artisti d’ogni genere e ai commercianti, poneva la capitale del Regno di Sardegna in posizione d’inferiorità rispetto ad altre città italiane. L’istituzione da parte del Comune di una nuova biblioteca, che annoverasse tra i suoi volumi le opere moderne d’uso generale, possibilmente in più esemplari, non solo avrebbe arrecato grande giovamento a tutta quanta la cittadinanza, ma, aperta in quelle ore in cui l’artista ed il manifatturiere possono più facilmente frequentarla, sarebbe divenuta un utilissimo complemento alle scuole serali tecnico-professionali e un’occasione di arricchimento per tutte le classi di cittadini.
La dotazione libraria della Biblioteca civica di Torino dovette rispondere, fin dalle origini, a precise esigenze, legate alla formazione delle classi borghesi e operaie. L’attenzione per la contemporaneità poneva in secondo piano l’interesse per i volumi prodotti nei primi secoli della stampa, sebbene tra i testi posseduti al momento dell’apertura non mancassero edizioni di un qualche pregio ‘antiquario’.
L’invito rivolto da Pomba a donare volumi a favore della istituenda Biblioteca non incontrò un lusinghiero successo, soprattutto a causa dell’ambiguo atteggiamento dell’amministrazione comunale. Ma dopo il 1869 cominciarono a pervenire cospicue donazioni: famiglie nobili ed esponenti dell’alta borghesia vollero onorare la propria città con l’omaggio delle loro librerie private: tra gli altri, Carlo Alfieri di Sostegno, Giuseppina Alfieri di Sostegno nata Benso di Cavour, Ainardo Benso di Cavour, Paolo Ballada di S. Robert, Giuseppe Baruffi, Luigi Capelli, Carlo Dal Pozzo di Mombello, Giuseppe Fassone e Giacinto Pacchiotti. Nel volgere di un ventennio, grazie agli acquisti e ai lasciti, la Biblioteca vide il proprio patrimonio documentario quadruplicato (da 20.000 volumi circa a poco meno di 81.000) e arricchito da volumi di particolare pregio.
La mission originaria ben presto venne ampliata: la biblioteca, pur non perdendo di vista la funzione di supporto allo studio delle scienze applicate alle arti e alle industrie, divenne eclettica, al fine di soddisfare le esigenze dell’intera cittadinanza torinese.
Nel corso dei decenni si accrebbe il dilemma tra conservazione e circolazione, ovvero tra l’attenzione prevalente per il passato e la tutela dei documenti a favore dell’utenza futura, contrapposta all’attenzione per il presente e la massima soddisfazione delle richieste dell’utenza contemporanea.
A partire dagli anni Trenta del secolo scorso fu introdotto il prestito a domicilio. Le condizioni di ammissione e la tipologia del materiale prestabile subirono modifiche nel corso degli anni successivi.
L’informatizzazione delle procedure di catalogazione e di gestione della circolazione documentaria introdusse ulteriori novità. I documenti furono contrassegnati con tre differenti condizioni di prestabilità: ammessi a tutti i servizi, per la sola consultazione interna, ammessi con riserva. A quest’ultima categoria furono assegnati i volumi facenti parte delle collezioni escluse e dei fondi speciali: a essi si riconosceva uno status particolare, meritevole di tutela: si prestavano solo a enti pubblici e privati, dietro presentazione di motivata richiesta. La pressione da parte dell’utenza, sempre meno disposta a trattenersi in Biblioteca per la consultazione dei volumi esclusi, fece introdurre alcune modifiche: si permise il prestito indifferenziato dei volumi ammessi al prestito con riserva, per un periodo limitato di tempo, purché questi fossero ancora in vendita (minimizzando così i danni legati al loro danneggiamento o smarrimento).

I regolamenti per il prestito delle opere


Regolamento per il prestito dei libri (approvato dal Consiglio comunale il 5 maggio 1905)

Art. 1. È istituito presso la Biblioteca civica il servizio del pretsito locale dei libro

Sono esclusi dal prestito:
a) Gli autografi, i manoscritti, i libri rari e preziosi, le opere di gran prezzo e quelle di moltissimi volumi;
b) Le opere d'arte (incisioni, incisioni, fotografie) e gli atlanti;
c) le enciclopedie ed i dizionari
d) i giornali politici e gli atti del Parlamento;
e) i giornali, le commedie ed i libri di frivolo argomento o di mero passatempo;
f) l'ultimo e penultimo fascicolo delle riviste e le opere in corso di pubblicazione non ancora rilegate;
g) le opere licenziose;
h) le traduzioni di autori greci e latini;
i) i libri di recentissimo acquisto, i quali si daranno in prestito soltanto due mesi dopo che siano collocati in Biblioteca.

Art, 3. Potranno avere libri in prestito gli amministratori del Comune, gl’impiegati e gl’insegnanti dipendenti dal Municipio di Torino, in attività di servizio ed a riposo.

Art. 4. Agli estranei all’Amministrazione comunale, purché residenti in Torino, potranno essere prestati i libri mediante malleveria data dalle persone di cui all’art. 3.


Regolamento per il prestito locale dei libri (approvato dal Podestà il 17 gennaio 1931)

2. Sono esclusi dal prestito:
a) i manoscritti;
b) le edizioni dei secoli XV, XVI;
c) le opere rare o di particolare pregio bibliografico;
d) le opere in materia d’arte in genere, ad eccezione dei manuali scolastici e dei trattati di volgarizzazione;
e) i disegni, le incisioni, le fotografie, sia sciolte che rilegate in volumi;
f) le enciclopedie, i dizionari, le opere di consultazione o quelle che si rendessero tali occasionalmente, e, in genere, quelle di carattere poligrafico o in moltissimi volumi;
g) gli atlanti e le carte geografiche;
h) i giornali politici e le pubblicazioni ufficiali periodiche;
i) le opere licenziose, salvo la riconosciuta necessità per un determinato studio letterario, storico, scientifico;
l) l’ultimo e penultimo fascicolo delle riviste e le puntate sciolte delle opere in corso di pubblicazione;
m) i libri della collezione Bodoni, della libreria di Gioberti, del legato Parrini, della raccolta Bosio, di quella Dantesca Rossi, quelli appartenenti a speciali fondi depositati o donati con clausola di esclusione dal prestito, ed i volumi miscellanei in genere.

Sono ammessi al prestito alcune categorie di lettori (amministratori del Comune, membri delle commissioni municipali, funzionari, insegnanti municipali, accademici, senatori e deputati residenti in Torino, vescovi, consoli, funzionari statali…). Su malleveria dei predetti possono accedere al prestito anche i residenti in Torino, che abbiano raggiunta l’età di anni 15.


Regolamento per il prestito locale dei libri (approvato dal Consiglio Comunale il 21 ottobre 1953)

Art. 4. Il materiale da concedersi in prestito è soggetto alle limitazioni previste dal regolamento per il prestito dei libri delle biblioteche pubbliche governative.

Sono ammessi al prestito i residenti in Torino o nelle immediate vicinanze, compresi i minori (dietro assenso del padre o di chi ne fa le veci). Bisogna versare contributo per la manutenzione dei libri di L. 300 annue (vi sono esenzioni: minori di 14 anni, alunni corsi integrativi, assistiti ECA…). Per il prestito di opere di valore rilevante è necessario presentare malleveria di funzionario comunale o governativo.


Regolamento per l’uso pubblico della Biblioteca civica (approvato dal Consiglio Comunale il 6 aprile 1970, modificato il 14 ottobre 1974 e il 16 maggio 1978)

Art. 7. Sono esclusi dal prestito i periodici, le opere in consultazione, di generale e abituale richiesta e di difficile sostituzione per particolari caratteri di pregio o di rarità.

Sono ammessi al prestito coloro che abbiano compiuto il 15° anno di età, residenti in provincia di Torino o iscritti alle scuole medie superiori della città o all’università. I non residenti devono versare deposito cauzionale di L. 5.000.

A partire dagli anni Ottanta vennero escluse delle collocazioni, riferentesi a collane editoriali ritenute di particolare rilievo, di cui si intendeva garantire sempre la presenza per la lettura e lo studio in sede (si allega l’elenco delle collezioni separate, utilizzato come promemoria al bancone del prestito).


Procedure per il prestito del materiale librario e documentario delle Biblioteche civiche torinesi (Allegato n. 1 alla determinazione dirigenziale n. 341/025 del 19/092008)

3. Pubblicazioni ottenibili in prestito
In considerazione delle caratteristiche e delle specifiche finalità delle raccolte, sono esclusi dal prestito:


1. nella Biblioteca civica Centrale:
a) i manoscritti, gli incunaboli, le cinquecentine e in generale i libri e gli opuscoli di particolare valore per pregio tipografico, bibliografico, storico, artistico, per rarità o per importanza scientifica;
b) le pubblicazioni il cui stato di conservazione renda pregiudizievole la loro messa a disposizione per il prestito;
c) le pubblicazioni stampate da più cinquant’anni, il cui prestito è subordinato al contestuale nulla osta di un bibliotecario dell’Ufficio informazioni bibliografiche, che comunicherà all’utente i motivi di eventuali dinieghi;
d) gli atlanti, le carte geografiche, i disegni, le incisioni, le fotografie sia sciolte che in album;
e) i periodici e le collezioni legali;

f) le opere non ancora inventariate;
g) le opere delle Sezioni o fondi speciali che siano stati esclusi dal prestito con provvedimento motivato della Direzione e quelle acquisite con clausola di esclusione dal prestito;
h) il materiale audiovisivo e informatico che la normativa vigente esclude dal prestito.


L'attuale normativa

Dalla Carta dei servizi

5.3.1. Pubblicazioni e altro materiale documentario esclusi dal prestito

1. In considerazione delle caratteristiche e delle specifiche finalità delle raccolte, sono esclusi dal prestito:
a) i manoscritti, gli incunaboli, le cinquecentine, il materiale iconografico (disegni,
incisioni, bozzetti, fotografie, cartoline e illustrazioni in genere), il materiale d’archivio (dattiloscritti, bozze di stampa, ritagli, carte sciolte e simili) e in generale i libri e gli opuscoli di particolare valore per pregio tipografico, bibliografico, storico, artistico, per rarità o per importanza scientifica;
b) le pubblicazioni stampate da più cinquant’anni;
c) il materiale audiovisivo e informatico che la normativa vigente escluda dal prestito;
d) le opere il cui stato di conservazione renda pregiudizievole la loro messa a disposizione per il prestito;
e) le opere appartenenti a fondi acquisiti con clausola di esclusione dal prestito;
f) le opere non ancora inventariate;
g) le altre opere che siano escluse dal prestito o soggette a limitazioni del medesimo, per particolari motivi, dalla Direzione.

5.3.1.1 Altri documenti esclusi dal prestito collocati nella Biblioteca Centrale:
a) le pubblicazioni stampate da più cinquant’anni;
b) gli atlanti, le carte geografiche;
c) i periodici e le collezioni legali;
d) le opere appartenenti alla sezione di conservazione e ricerca dedicata agli studi locali (Sezione Piemonte);
e) le opere appartenenti alla sezione di conservazione e ricerca dedicata alla letteratura per l’infanzia (Sezione Ragazzi).

Sono ammessi al prestito gli utenti di qualsiasi età: i minori di diciotto anni devono far compilare l’apposito modulo di autorizzazione da un genitore o da chi ne fa le veci.

 

Testo di Gianfranco Bussetti (Ufficio Studi locali)