La Polizia Locale di Torino. Una storia da raccontare
Premessa a cura di Angelo e Riccardo Toppino
Tutto è cominciato in primavera, quando in un telegiornale locale venne annunciato che si sarebbe tenuta a Torino il 2 ottobre 2004 la prima festa della Polizia Locale del Piemonte. Abbiamo pensato che fosse un riconoscimento importante per quella che adesso si chiama Polizia Municipale.
La Polizia Locale, i nostri "civich", ha una storia lunghissima, incredibile, che si perde "nella notte dei tempi" e che ha seguito di pari passo lo sviluppo di Torino dall'antichità fino ai giorni nostri. I poliziotti locali sono sempre presenti in tutte le situazioni di pericolo che si verificano oggi nella nostra città, dal controllo stradale al vigile di prossimità, dalla lotta all'inquinamento a quella alla microcriminalità. Anticamente i nostri "civich" sono stati fianco a fianco dei soldati per difendere Torino dall'assedio francese del 1706 (l'assedio reso famoso dal gesto eroico di Pietro Micca) e devono aver dimostrato gran valore se sono stati insigniti, subito dopo, della bandiera del Corpo. In tutti i periodi della storia della nostra città i "civich" hanno fatto il loro dovere: si sono prodigati durante le epidemie, ma anche durante l'occupazione napoleonica. Cambiavano il nome, ma erano sempre loro, quotidianamente al fianco della cittadinanza. Leggendo un classico della nostra storia Torino e i torinesi, scritto da Alberto Viriglio, scopriamo che un intero capitolo è dedicato alle guardie civiche. Al termine di questo capitolo vi è un elenco completo dei riconoscimenti loro assegnati, si tratta di una lunga serie di medaglie al valor civile e di diplomi di pubbliche benemerenze. Crediamo sia difficilissimo scoprire oggi che atto eroico abbiano compiuto Chiaffredo Abratis oppure Francesco Tartara e con loro altre decine di guardie, perché la storia del Corpo si snoda in un lungo periodo. Dopo lunghe ricerche su diversi testi, molti dati sono emersi e lentamente è stata resa nota a tutti una storia sempre più ricca e dettagliata. È una storia che può essere utile conoscere per apprezzare l'importanza di un Corpo che ha sempre partecipato alla vita della nostra città. È una storia importante per tutti noi: una storia da raccontare.
Le origini
Prima del 1360: le Persone di servizio
Si hanno dati certi che già prima del 1360 fosse presente un servizio di guardie civiche con compiti di controllo: si trattava delle "Persone di servizio".
Non è pervenuto l'elenco delle loro mansioni, così come non è chiaro in quale periodo fosse iniziato questo servizio.
È probabile che, inizialmente, fosse un servizio fornito da un settore specifico dell'esercito e, con l'andare del tempo, ci sia stato il distacco che ha permesso di fondare questo nuovo corpo.
Man mano che si è allontanato dalla sua impronta militare è sorta questa nuova figura, con delle funzioni specifiche, legate al controllo della vita cittadina. Sicuramente la nascita di questa nuova figura è legata alle vicende degli Acaja a Torino.
1360: i Cavalleri dell'Ordine
Amedeo VI, il Conte Verde, nel 1360, sostituisce le "Persone di servizio" con i "Cavalleri dell'Ordine".
I servizi a cui erano preposti sono confermati l'8 ottobre 1360 dal conte Amedeo VI che dispone "doversi stare ai capitoli antichi per la nomina degli Uffizi in essa descritti".
Questo riferimento ai "capitoli antichi" ci conferma di funzioni specifiche a cui si attenevano queste guardie, con funzioni prettamente civiche.
Anche per i Cavalleri dell'ordine non si hanno molti dettagli sulle loro funzioni, ma è intuibile il servizio d'ordine nella città oltre ad altre incombenze locali. Tra le varie occupazioni dei Cavalleri vi era sicuramente la custodia dei detenuti del carcere comunale.
Il Quattro-Cinquecento
1450: i Cavalieri dell'Urbe della Città di Torino
Questa è la prima significativa trasformazione da Cavalleri dell'Ordine.
Nell'Archivio storico del Comune di Torino esiste un documento, datato 1° gennaio 1546, in cui si fa esplicito riferimento al fatto che le guardie del Vicariato (Cavalieri dell'Urbe della Città di Torino) dovessero gestire direttamente anche un carcere. Era un segno della continuità : i Cavalleri dell'Ordine erano diventati Cavalieri dell'Urbe.
La gestione delle carceri sarà uno dei servizi tipici delle guardie civiche fino all'Ottocento.
Con questa nuova denominazione si ha chiaramente l'indicazione che questo Corpo è creato per la città di Torino, per poterne seguire e controllare lo sviluppo.
1576: i Cavalieri di Virtù
Nel 1576, il 17 maggio, appare la creazione "per conto del Comune" di un Cavaliere di Virtù, retribuito con dodici fiorini al mese per provvedere ai poveri, reprimere i vagabondi, sorvegliare le persone sospette.
La parola "virtù" si ripete molto spesso, in questo periodo, in enti con compiti di sociali, è di questo periodo, ad esempio, la nascita del Regio Albergo di Virtù di piazza Carlina, destinato ad ospitare i ragazzi orfani della nostra città.
Ma con i primi ampliamenti della città, il personale diventa insufficiente e, il 27 gennaio 1588, si hanno delle "Patenti colle quali il duca Carlo Emanuele I autorizza la città ad eleggere altri fiscali e cavalieri in aggiunta a quelli esistenti".
Il 29 maggio 1592, esce un "Rescritto della principessa donna Caterina d'Austria, duchessa di Savoia, con cui sono approvati i capitoli e gli ordini circa la disciplina dell'accattonaggio. Supplica della città; ordini da osservarsi dal Cavaliere di Virtù ... per la vigilanza sull'accattonaggio".
Il Seicento
1600: i Cavalieri di Giustizia
Il 23 settembre del 1600 troviamo l'istituzione da parte del Comune "per proprio servizio" di un Cavaliere di Giustizia, deputandolo a pulire, a spese proprie, la pubblica piazza, a far nettare a spese dei particolari le contrade ed asportarne le immondizie: ad avere cura dei poveri, affinché non mendicassero, e dei vagabondi, al fine di allontanarli dal territorio.
Nel 1612, viene ribadita la funzione del Cavaliere nel controllo dei mendicanti con gli: "Ordini politici sopra li poveri e mendicanti della città di Torino".
Tra i vari compiti rimane sempre il controllo del carcere del Comune.
1679: i Cavalieri Politici
La duchessa Maria Giovanna Battista di Nemours, vedova di Carlo Emanuele II, regge le sorti del Piemonte in nome del figlio Vittorio Amedeo II.
In uno speciale editto, del 5 dicembre 1679, la Reggente ordina un nuovo "stabilimento politico" che trasforma i Cavalieri di Giustizia in Cavalieri Politici. Lo stipendio annuo è di 100 lire (portate l'anno successivo a 144).
Entrano in servizio otto Cavalieri.
Il capo sovrintendente generale di politica e polizia, il capo dei Cavalieri Politici, è in quel periodo il signor Francesco Giacinto Gallonati che presta giuramento il 22 dicembre 1679.
Una ulteriore conferma del servizio espletato in ambito cittadino, si ha dal fatto che il vestiario e le armi erano a totale carico della città di Torino.
Il Settecento
1703: i Cittadini per il governo di Torino
Vittorio Amedeo II costituisce i Cittadini per il governo di Torino, donando, successivamente, la bandiera alla milizia comunale, per riconoscerne il coraggio dimostrato durante l'assedio di Torino del 1706.
Della partecipazione dei Cittadini per il governo di Torino alla difesa della città durante l'assedio francese non ci sono arrivate notizie dirette, ma sicuramente si dovettero distinguere per meritare uno stendardo speciale per il loro Corpo.
1720: i primi controlli antinquinamento
Il 27 aprile 1720, l'"Università dei pescatori" di Torino lancia un allarme e invita il Vicario, tramite i Cittadini per il governo di Torino, a controllare le acque del Po, della Dora e della Stura circa "l'abusiva immissione di paste e sostanze velenose nocive alla conservazione dei pesci ...".
Probabilmente questo è il primo documento ufficiale riguardante una forma di inquinamento a Torino e conferma che, tra le altre funzioni, i Cittadini per il governo di Torino avevano anche l'incombenza del controllo delle acque.
1724: le Guardie del Vicariato
L'evoluzione dei Cavalieri Politici porta alla costituzione delle Guardie del Vicariato. Con uno speciale editto, re Vittorio Amedeo II prescrive che venga istituito il Corpo delle Guardie del Vicariato.
Il 20 maggio del 1724, Re Vittorio Amedeo II cede alla città di Torino l'uso delle Torri Palatine con l'obbligo di trasformarle a carcere ad uso del Vicariato, senza alterarne la forma.
Nel 1725, le Guardie del Vicariato vengono accasermate nell'edificio sito fra le due Torri Palatine, pagando un canone di pigione. Nel 1760 re Carlo Emanuele III ordina l'aumento dell'organico delle guardie, da 8 a 12.
Nel 1777 le Guardie del Vicariato vengono definitivamente accasermate a titolo gratuito presso le Torri Palatine. Oltre ad alcune indennità, ai sussidi ed alla somministrazione di carne in caso di malattia, fruiscono tutte di una razione giornaliera di pane.
1791: l'assedio alle Torri Palatine
Nel 1791, c'è un assalto al carcere delle Torri Palatine da parte degli studenti universitari di Torino, in modo analogo a quello svoltosi nel 1789 alla Bastiglia.
La cosa preoccupa moltissimo i Savoia che si vedono costretti a cercare di sedare prontamente la folla, onde evitare che anche a Torino scoppi una rivoluzione simile a quella parigina (con conseguente cambio di regime).
Per evitare altri assalti, gli uomini ospitati nel carcere delle Torri Palatine sono trasferiti alle Carceri criminali.
Le Torri, da allora, diventano un carcere femminile per detenute che hanno commesso solo piccoli reati.
1791: le Guardie Civiche
Il 12 novembre 1791, re Vittorio Amedeo III scioglie il corpo delle Guardie del Vicariato istituendo le Guardie Civiche.
Si legge nel regolamento: "art. 3. Niuno potrà essere ammesso ed arruolato nelle Guardie Civiche se non sarà munito di sufficienti certificati comprovanti la di lui buona voce e fama, che non sia stato processato e non abbia esercitato mestiere vile ... e sia nativo dei Regi Stati e non oltrepassi l'età di anni trenta".
Le 8 guardie del 1724 diventano ora 300 ed il numero non corrisponde forse ancora alla molteplicità ed all'entità dei servizi prestati, in un territorio già vasto e che sempre più si estende, alla varietà infinita delle funzioni previste e di quelle che piombano ogni giorno sulle loro spalle.
L'Ottocento
Durante l'occupazione napoleonica non si hanno notizie sull'attività delle Guardie civiche. Sicuramente avranno svolto ruoli di secondo piano.
Nel 1814, con il ritorno dei Savoia, vengono nominate altre 12 guardie civiche, portando il loro numero a 18.
Nel 1829 re Carlo Felice riorganizza le Guardie civiche, portandole a 26, compreso un sergente comandante.
Il 24 aprile 1849, il Consiglio comunale stabilisce che, allo scopo di mantenere la necessaria disciplina, le Guardie civiche debbano dipendere da un Capo, rivestito di un grado militare e nominato dal Consiglio.
Sempre nel 1849 il Consiglio comunale organizza, al fianco delle Guardie civiche, un corpo di Guardie rurali o campestri (è microscopico, si tratta di 7 persone in tutto); inoltre viene fondato un altro corpo di agenti municipali, ai quali si dà il nome di Cantonieri o Guardie di Sezione. Le Guardie Cantoniere hanno vita breve e vengono soppresse il 20 febbraio 1851.
Il 1° ottobre stesso, il Consiglio nomina come Comandante delle Guardie Civiche il signor Pietro Guerci proveniente dai Marescialli d'alloggio dell'Arma dei Carabinieri. Egli viene espressamente promosso Sottotenente con decreto reale.
Il 15 luglio 1852, viene deliberato dal Consiglio comunale il nuovo regolamento: la maggiore innovazione è la possibilità di avere, per tutti gli appartenenti al Corpo, il diritto alle cure mediche ed alle medicine; inoltre l'alloggio e la mensa in comune sono anch'essi gratuiti.
Il 25 ottobre 1859, si ha la prima legge comunale che permette di aumentare le guardie a 40 unità, con un ufficiale comandante.
Il 20 maggio 1862, vengono deliberati i nuovi servizi in Sezioni localizzate nei principali 5 mandamenti della città: Po, Dora, Moncenisio, Monviso, Borgo Nuovo. Nel 1872 gli agenti diventano 133: tra i nuovi compiti affidati vi è anche il controllo della necropoli.
Con la creazione di una nuova sezione di Polizia Municipale a San Salvario il corpo delle Guardie Civiche raggiunge il numero di 151 uomini.
Nel 1887, la polizia rurale e le Guardie Civiche si fondono, raggiungendo il numero di 290 unità. Vengono aperti 22 uffici di sezione, 11 entro il perimetro della città e 11 nelle principali borgate.
L'alba del Novecento
Per effetto del notevole incremento edilizio e del fiorire dell'industria automobilistica, verificatisi in modo particolare negli anni successivi al 1900, le incombenze del Corpo crescono notevolmente tanto che il Consiglio comunale, nel mese di aprile del 1904, approva il nuovo regolamento con un aumento dell'organico di trenta agenti.
Quindici di detti agenti ed un graduato costituirono il primo nucleo dei ciclisti che viene adibito alla disciplina della circolazione stradale.
Gli agenti ciclisti portano i calzoni corti a sbuffo con fasce nere e la rivoltella con cinturone in luogo della sciabola. Nel 1912, a conclusione dell'Esposizione Internazionale, il numero degli agenti raggiunge le 400 unità.
Durante la Grande Guerra (1915-1918) le Guardie municipali di Torino si dimostrano degne delle gloriose tradizioni del Corpo. 114 agenti vestono il grigio-verde. Un agente consegue il grado di capitano, altri quelli di sottufficiale.
Sette guardie municipali di Torino cadono sul campo di battaglia.
Nel 1921, il comandante Giusto rinforzò la squadra degli agenti ciclisti.
Costituisce, inoltre, una squadra permanente notturna di 8 uomini, presso la sezione Municipio, per il pronto intervento sul luogo di sinistri o di altri improvvisi avvenimenti.
Nel 1925, inizia ad operare la squadra Viabilità, con 41 elementi addetti al servizio di segnalazione e controllo nei principali incroci stradali cittadini.
Si impone la necessità di formare la cultura professionale degli agenti e di migliorarne quella generale a mezzo di speciali corsi, atti ad ottenere rapidamente la chiara comprensione delle disposizioni contenute nelle leggi e dei vari regolamenti.
I corsi iniziano nel settembre 1927. Al primo corso serale partecipano oltre 100 agenti. Le materie studiate sono: italiano, francese e legislazione.
Contemporaneamente ai corsi professionali, iniziano i corsi di educazione fisica.
Nel 1927, poiché lo sviluppo del mercato centrale e di quelli rionali richiede un servizio di sorveglianza, si decide l'istituzione di una nuova sezione: la Sezione Mercati, con una forza di 18 uomini a disposizione dell'Ufficio Annona.
31 maggio 1928
Con una semplice cerimonia nella sala di marmo di Palazzo Civico avvenne la consegna e la benedizione del nuovo stendardo delle guardie municipali, che riproduce la gloriosa bandiera concessa da Vittorio Amedeo II alla milizia comunale, in premio dell'eroica partecipazione da essa avuta durante l'assedio di Torino nel 1706. Lo stendardo è una fedele riproduzione di quello che appartenne ai "Cittadini per il governo di Torino" cioè alla milizia urbana creata nel 1703 per l'ordine e la vigilanza interna della città.
(Rivista Torino, 1928)
1929: la Vigilanza fluviale
Lo sviluppo del nuoto, dovuto a una crescente educazione sportiva della gioventù, raduna nei mesi estivi un affollamento imponente di persone sulle rive dei fiumi e dei ruscelli che bagnano la città.
Molte disgrazie dovute all'imperizia suggeriscono al Comando di intensificare la vigilanza. Occorrono, però, mezzi e persone specializzate.
Oltre ai corsi di educazione fisica che si tengono presso il comando, si dà il via ad un corso di salvamento.
Nel 1929, viene assegnato al Corpo anche un motoscafo, che permette di reprimere efficacemente la pesca di frodo.
1938: i Vigili Urbani
Il 18 marzo 1938, il Corpo delle Guardie Civiche assume la denominazione di Corpo dei Vigili Urbani. Con questa delibera vengono inoltre loro assegnati i controlli in materia annonaria e particolari servizi d'informazione.
Dal 1950 ad oggi
Dopo la II guerra mondiale, nel 1950, si deve riorganizzare il Corpo che in breve raggiunge le 1000 unità.
Per far fronte alle mutate esigenze della città, si istituiscono anche i reparti autoradio e motociclisti.
Un capitolo fondamentale della storia del Corpo si ha nel 1978, con liimmissione nel Corpo delle prime donne vigile.
Negli anni '80, con il decentramento amministrativo, vengono sciolti i reparti viabilità, per formare 23 sezioni territoriali (una per quartiere).
1986: la Polizia Municipale
Con la legge quadro sull'ordinamento della Polizia Municipale 65/86 viene istituita la Polizia Municipale.
Articolo 3. Compiti degli addetti al servizio di polizia municipale.
Gli addetti al servizio di polizia municipale esercitano nel territorio di competenza le funzioni istituzionali previste dalla presente legge e collaborano, nell'ambito delle proprie attribuzioni, con le Forze di polizia dello Stato, previa disposizione del sindaco, quando ne venga fatta, per specifiche operazioni, motivata richiesta dalle competenti autorità.
2004: la Polizia Locale
Dal 2004, i vari corpi di Polizia Municipale si coordinano a livello regionale per dar luogo alla Polizia Locale.
I servizi svolti dagli operatori della Polizia Locale sono molti e tra loro assai diversi: essi riguardano la totalità della sfera delle competenze comunali e possono essere suddivisi in due grandi gruppi:
- I servizi d'istituto, la cui finalità principale è la tutela della sicurezza, dell'ordine e del decoro cittadino, prestare opera di soccorso in occasione di pubblici o privati infortuni, svolgere attività di prevenzione prevista dalla Polizia di sicurezza ed amministrativa.
- Ai principali compiti d'istituto debbono essere aggiunte le incombenze di Polizia Amministrativa, assegnate ai Comuni, in collaborazione con le autorità locali di P.S.
- I servizi di carattere amministrativo, dei quali si possono citare tra i più importanti:
- la notificazione degli atti amministrativi;
- la raccolta di informazioni per conto del Comune ed altri Enti pubblici;
- le segnalazioni inerenti i servizi pubblici municipali per un miglior funzionamento.
Il complesso delle mansioni, dei compiti e dei servizi da espletare è talmente vasto che si può affermare che non vi sia settore dell'attività comunale che non richieda la partecipazione e l'intervento della Polizia Municipale, per la definizione o il completamento delle pratiche. Per svolgere questi compiti il servizio della Polizia Municipale presuppone un'organizzazione apposita e funzionale, con un costante servizio operativo e di vigilanza sulla collettività, che garantisca il rispetto dei beni e l'osservanza delle regole di convivenza, siano esse contenute in regolamenti, leggi, ordinanze del sindaco o altre fonti ancora.