"Una iniziativa della Biblioteca civica. La Sezione Piemonte"

La sede temporanea della Biblioteca presso Palazzo Carignano, inaugurata nel 1948

L'articolo di Giovanni Rovero

Pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale e la perdita di numerosi volumi a causa del bombardamento del 1943, la Sezione Piemonte fu oggetto di una nuova sistemazione. 
Nel 1951 Giovanni Rovero pubblicò sulla rivista "Torino" il breve articolo Una iniziativa della Biblioteca Civica. La sezione Piemonte, che illustrava nei dettagli la composizione della raccolta e l'articolazione al suo interno.
Riportiamo di seguito il breve saggio.

Tra le Sezioni più notevoli della Biblioteca Civica è quella PIEMONTE che fu di recente costituita allo scopo di fornire una documentazione bibliografica, per quanto è possibile completa, della Regione o, per essere più precisi, della città di Torino, della Regione propriamente detta e dei territori limitrofi ad essa storicamente uniti, della Casa di Savoia e della letteratura dialettale e folcloristica. Di qui, in relazione ai soggetti delle opere che essa comprende, la sua suddivisione in quattro classi: PIEMONTE A – PIEMONTE B – PIEMONTE C – PIEMONTE D, insieme alla formale distinzione, nella Sezione, della miscellanea che comprende gli opuscoli riguardanti gli stessi argomenti. L’utilità della Sezione è ben nota ai frequentatori della Biblioteca Civica ed in particolare a coloro che si occupano di storia Piemontese e Sabauda.
All'inizio dell’ultima guerra pertanto, nel
1940, le opere rare erano state tolte dagli scattali e messe in casse di protezione antiaerea ed inviate con le altre rare della Biblioteca in luogo sicuro. Danneggiata in modo assai grave dal bombardamento della notte dal 7 all’8 agosto 1943 richiese, più che altre Sezioni e
Fondi, speciali sollecitudini e cure nei lavori di ricupero dei volumi dalle macerie dell’edificio andato distrutto, del loro accantonamento nei sotterranei dell'edificio che ancora potevano offrire il primo rifugio e quindi della loro sistemazione e conservazione perché non dovessero subire danni per la umidità dei locali od altro genere.
Trasportata nel 1947 la Biblioteca Civica negli attuali locali del Palazzo Carignano, in attesa della ricostruzione della bella sede di corso Palestro, la Direzione ritenne necessario fare posto negli scaffali potuti ricostruire (ahimè in numero insufficiente) anche alla Sezione «Piemonte» in considerazione della distruzione della analoga raccolta della Biblioteca Nazionale e della necessità degli studiosi della particolare materia di ritrovare una documentazione per i loro studi.
Occorreva il lavoro di revisione inventariale, di collocazione e di schedatura secondo i più moderni criteri biblioteconomici e bibliografici, di restauro e di
rilegatura dei volumi danneggiati e di sostituzione di quelli mancanti; ed a questo fine furono richiamate anche le opere rare di cui è stato fatto cenno dianzi. Alla revisione dell’inventario dei 2696 volumi, risultarono mancanti o gravemente mutili 447, mentre 112 erano gli opuscoli mancanti dei 1535 che erano stati raccolti nella miscellanea. La percentuale delle perdite era quindi approssimativamente del 16.57% e del 7,94% rispettivamente; quella complessiva del 14% circa.
Mancavano, tra gli altri, volumi illustranti la storia di Torino in alcuni suoi aspetti più notevoli, dalle biografie di alcuni suoi cittadini ed ospiti illustri ai suoi Istituti, dai suoi Monumenti d'arte alle sue più caratteristiche industrie e produzioni, e dalle più significative manifestazioni in essa tenute alla configurazione sua e dei suoi dintorni come Capitale di Stato e grande centro urbano; cosi altri riferentisi alla storia del Piemonte, e delle terre confinanti, ed a quella locale di parecchi Comuni maggiori e minori; alcune opere di illustrazione delle bellezze naturali della zona montana, guide, biografie. Per le altre due classi comprendenti opere di storia Sabauda e di storia della letteratura dialettale e folcloristica si dovevano lamentare perdite relativamente assai minori per numero, ma parimenti notevoli. Minori le perdite nella miscellanea.
Si pensò di adottare un sistema di classificazione che mantenendo distinte le quattro classi, indicate con sigle PIEMONTE A - PIEMONTE B - PIEMONTE C - PIEMONTE D, rappresentasse i vari scartali coi numeri romani, I, II, III, IV ... e distinti i palchetti di ciascun scaffale con le lettere A-B-C ... a seconda del formato dei volumi, dai formati maggiori in basso ai minori in alto, indicasse i volumi di ciascun palchetto col numero di catena 1-2-3…
La variazione ebbe quindi varianti suggerite da esigenze di carattere tecnico, dall’opportunità di eliminare la soluzione di continuità determinata dalla mancanza dei volumi di cui sopra è stata data notizia e dai trasporti resi necessari per motivi di carattere
pratico.

Furono schedati secondo i più moderni criteri bibliografici i 2559 volumi della Sezione con un totale di 3166 schede, di cui 2332 principali, 446 di spoglio, 367 di richiamo e 34 di rinvio per il catalogo alfabetico per autori, e con un totale di 5071 a soggetto, 38 di rinvio e 12 di orientamento per il catalogo a soggetti. Sono cosi immesse nei cataloghi a disposizione del pubblico 8287 schede tutte dattiloscritte e con intestazione della parola di ordine eseguita col normografo. Se si sommano poi queste a quelle di minuta si raggiunge la notevole somma di circa 11000 schede.
Per la schedatura per il catalogo alfabetico furono seguite le Regole per la compilazione del catalogo alfabetico, pubblicate dalle Biblioteche Governative Italiane nel 1922 e tuttora in vigore.
Pel catalogo a soggetti si procedette in accordo alla più autorevole e aggiornata tradizione bibliografica cui si confanno le caratteristiche della Sezione ed insieme le moderne esigenze dei lettori. Il notevole numero di schede che stanno ad indicare le molte opere che la Biblioteca, con la Sezione Piemonte, possiede su quei particolari specifici argomenti riguardanti la Città di Torino, il Piemonte e le terre adiacenti, la Casa di Savoia, e la letteratura dialettale e folcloristica ha rappresentato quindi un tale aggiornamento del catalogo che conferisce un ancor maggiore rilievo alle varie parole d'ordine dei cataloghi: Torino, Piemonte e Savoia, che già avevano in esso particolare risalto.
Intanto, mentre i volumi meno danneggiati venivano riparati dal personale della Biblioteca, si provvedeva per mezzo dell'artigianato cittadino al restauro ed alla rilegatura dei volumi che abbisognavano di maggiori cure. Furono fatti rilegare a tutt’oggi 1288 volumi secondo un criterio che rispettando i principi di una bene intesa economia vuole salvaguardate il più possibile le caratteristiche di ciascun libro come patrimonio di arte e di cultura.
Collocati come si è detto in scaffali metallici sistemati nel salone di Palazzo Carignano, i volumi spolverati erano, a mano a mano che il lavoro di riordino procedeva, messi a disposizione del pubblico sin dal 30 marzo 1948 data della riapertura della Biblioteca. Contemporaneamente venivano sostituiti con nuovi acquisti dai librai o da antiquario 176 volumi dei 447 risultati mancanti all’atto della revisione inventariale. Fu possibile talora con l'acquisto di uno o di alcuni volumi completare opere che altrimenti sarebbero restate incomplete, come ad esempio quella del Padre Monti sulla Compagnia di Gesù nel territorio della Provincia di Torino edita a Chieri dal Girardi, quella del Massi sulla Storia della Città e Provincia di Pinerolo edita a Torino dal Cassoni, gli Statuta Communis Bugellae pubblicati da Pietro Sella ed editi a Biella all'inizio del secolo, mentre per la sostituzione di altri pure facenti parte di opere in più volumi fu necessario l'acquisto dell’opera completa, della storia di Savigliano di Casimiro Turletti edita dal Barra di Savigliano ad esempio, della stona dell’Italia occidentale del Denina edita a Torino all’inizio del secolo scorso, della Storia militare del Piemonte in continuazione di quella del Saluzzo di Ferdinando Pinelli, della Storia del Re di Sardegna Carlo Emanuele I di G. B. Semeria.
Questo lavoro è stato compiuto entro il marzo del 1951 e per la sostituzione dei volumi ancora mancanti verrà continuato attraverso I’antiquariato con quello per l'acquisto di altre nuove opere che rispondano alle finalità per cui fu costituita la Sezione. Mentre si provvede al trasporto da altri fondi di volumi ed opuscoli che trovano più opportuna collocazione in essa, viene rivolto un appello affinché Enti, Istituti e privati volenterosi aiutino la pubblicazione di un catalogo a stampa della Sezione che tornerebbe di notevole utilità a molti lettori della Biblioteca ed in particolare modo agli studiosi di Storia Piemontese.

 

Testo di Gianfranco Bussetti (Ufficio Studi locali)