Fabio Geda a Leggermente, 13 febbraio 2022

Esistono opere letterarie che posseggono più di una vita: l'occasione di questo incontro è nata dalla ripubblicazione, dopo quattordici anni dall'edizione Instar, di L'esatta sequenza dei gesti nella collana Super ET (Einaudi Tascabili); lo stesso Geda, sulla sua pagina Fb, ha dichiarato: «È stato bello rimetterci mano. Ho tagliato qualcosa, ho rifinito qualcos'altro. La storia è quella, non ci sono stravolgimenti, ho solo cercato di rendere il testo ancora più efficace. Un po’ come quando si dà il bianco: la casa è quella di prima, ma molto più luminosa. Ve lo (ri)affido. Buona lettura». 

Dal punto di vista catalografico non si tratta dunque di una semplice ristampa ma di una nuova edizione, che rimane però nell'alveo della prima stesura dell'opera. L'esigenza nasce - come lo stesso Geda ci ha spiegato durante l'incontro - dalla volontà di salvare un libro per lui importante ma poco conosciuto, nato un po' stretto fra la curiosità suscitata dal libro di esordio, Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani, ed il successo di Nel mare ci sono i coccodrilli

Questa riedizione garantisce una sorta di seconda vita alla storia narrata, la possibilità di prolungarne la fruizione da parte dei lettori, anche perché il libro era stato pubblicato dalla ormai scomparsa casa editrice Instar nel 2008 e dunque non sarebbe stata possibile una semplice ristampa. La revisione di Geda è stata soprattutto linguistica: circa diecimila battute eliminate, la riscrittura di alcune scene, alcune modifiche grafiche (ad esempio il trattino medio spaziato, stile Einaudi, al posto delle virgolette basse nei dialoghi). Questa riscrittura ha modificato il ritmo dell'opera, rendendolo più attuale anche se la storia sostanzialmente rimane la stessa, una storia nata in un preciso momento della vita di Geda, quando ancora svolgeva il lavoro di educatore e che in qualche modo poteva prender corpo solo in quelle precise coordinate spazio-temporali. Una storia che racconta della comunità alloggio per minori in cui lavorano Ascanio e gli altri educatori e in cui si incontrano Marta e Corrado, due adolescenti che arrivano a comprendersi e ad affrontare insieme la complessità della vita. L'occhio vigile di Ascanio coglie così il momento: «È solo una vibrazione che aleggia nella stanza, ma è sufficiente perché Ascanio decida di non aggiungere altro [...]. C'è qualcosa di nuovo in Corrado e Marta che parlano: qualcosa che non capisce, ma che gli piace». 

Le nuove stesure o revisioni rappresentano una prassi autoriale piuttosto diffusa: pensiamo, ad esempio, alle continue rielaborazioni gaddiane di tutta la sua opera e alle Donne di Messina di Elio Vittorini, un romanzo passato attraverso ben tre riscritture (1947-48, 1949 ed infine 1964). La riscrittura totale o parziale di un'opera - per mutate convinzioni stilistiche o letterarie (o politiche) - propone sempre una serie di problemi teorici, critici e catalografici di grande rilievo. Queste rielaborazioni, revisioni, riscritture sono state spesso una iattura (!!!) per i catalogatori - da sempre impegnati nella battaglia della distinzione fra ristampe e riedizioni di una stessa opera - ed hanno invece fatto la fortuna delle indagini di carattere filologico. Inoltre, in ambito strettamente catalografico, problematizzano notevolmente la definizione di cosa sia un'opera (nello stabilirlo concorrono elementi sia formali che sostanziali) e di come le sue varianti si possano mettere in relazione con essa e fra di loro: non è facile orientarsi all'interno delle Normative catalografiche dell'Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU). 

Nulla Geda ha però modificato nel periodo che dà significato e sostanza al titolo e che rimane assolutamente invariato nelle due edizioni:

«Nevica sempre più forte. I fiocchi sono spessi e farinosi. La città ha perso i colori: solo il nero della notte e il bianco della neve. Corrado si avvicina, tossisce un grumo di imbarazzo. Sembra indeciso sull’esatta sequenza dei gesti, come avesse scordato le istruzioni per l’uso. Ma alla fine riesce a comprimere lo spazio tra loro due, e la stringe in un abbraccio goffo, sì, ma intenso».  

Testo di Stefania Marengo (Biblioteche civiche torinesi)

La registrazione dell'incontro con Fabio Geda è avvenuta a cura delle Biblioteche civiche torinesi; il video è stato pubblicato sul canale YouTube delle BCT.