A lezione di lusso da Massimo Tallone (e Joseph Bimah)
«[...] il filosofo è sicuramente un lusso per una società: la sua attività consiste nel contestare le apparenze e di conseguenza nel creare una «lussazione» della realtà, o per lo meno dell’idea che ce ne siamo fatti».
(Thierry Paquot, Elogio del lusso. Ovvero l’utilità dell’inutile)
Il tema del saggio di Massimo Tallone, Lezioni di lusso e immor(t)alità (Golem, 2022), rimette immediatamente in circolo, anche solo per una risonanza che contrappone, la polemica settecentesca sul lusso: il dibattito sull’utilità del lusso ha sempre rappresentato una questione eminentemente filosofica perché «investe le scienze dell'uomo e della società, impone scelte politiche e ideologiche, costringe a pronunciarsi sul modello di società che si predilige, ma anche a interpretare la storia dell'umanità» (cfr. la voce Lusso a cura di Carlo Borghero nell’Enciclopedia Treccani). Impossibile non fare riferimento a La favola delle api, ovvero vizi privati, pubblici benefici (1705) del filosofo olandese Bernard de Mandeville, un poemetto satirico avente il pregio di mettere in luce il volto ancipite del lusso, da un lato l’aspetto negativo e immorale che il lusso materiale porta con sé - e che attiva una circolarità perversa del consumo destinata all’insoddisfazione - dall’altro il fatto che siano proprio gli sperperi a far sviluppare e prosperare la società. A questa ambivalenza, legata ad una idea di lusso meramente materiale, sfugge però la percezione di una aspirazione alla bellezza e all'armonia data da un lusso di tipo spirituale. La filosofia è un lusso? si chiede - e provocatoriamente ci chiede - Pierre Hadot in un articolo del 1992, poi raccolto in Esercizi spirituali e filosofia antica. La filosofia è sì un lusso ma non per ricchi privilegiati: è invece una possibilità alla portata di tutti gli esseri pensanti; oltretutto l'orizzonte filosofico neppure risulta essere così infinitamente lontano da ciò che costituisce l’essenza stessa della nostra vita e per di più offre la possibilità di equipaggiarci per affrontare al meglio l'esistenza.
La visione del lusso che ha Massimo Tallone si colloca anch'essa in quest'ultima prospettiva filosofica, pur se connotata dalla disincantata ironia di Joseph Bimah (protagonista di uno dei precedenti libri di Tallone, il saggio umoristico A bottega dal maestro di cazzeggio), che chiude la fine di ogni capitolo con un breve dialogo. L'intento di questo saggio, ricolmo di splendidi aforismi e di pratici elenchi, è quello di proporre un'arte del vivere, dove alcuni elementi, quali tempo, silenzio, immensità, otium, profonda leggerezza, si mescolino armonicamente in un aroma che profumi con garbo le nostre esistenze: «un tipo speciale di lusso potrebbe essere trovato grazie allo sforzo necessario per allontanarsi dalla ricerca di una felicità rapinosa, logorante, accumulatoria» scrive Tallone nelle prime pagine del testo.
Il libro di Massimo Tallone è un libro leggero ma prezioso, da conservare sul proprio comodino e da consultare, anche a caso, anche rovesciando l'ordine dei capitoli, a seconda delle occorrenze della propria esistenza. Scopriremo allora che la solitudine merita ben due capitoli, uno al singolare e uno al plurale: Il lusso della solitudine ci regala la metafora della solitudine come lente che «ingrandisce ciò che una persona possiede», per poi scoprire, qualche pagina più avanti, che «ci sono tante solitudini diverse quante sono le persone». Il consiglio più difficile da seguire sembrerebbe quello relativo al ripulire il proprio cassetto dei ricordi lasciandolo completamente vuoto: pur volendo raggiungere il meritorio scopo di agevolare il nostro transitare da una regione paludosa verso una «nuova vita», la potatura dei ricordi appare un'operazione assai ardua da compiersi. Da non perdere sono le tre pagine su Il lusso di leggere, in cui Tallone ci invita a riflettere sulla splendida dilatazione delle nostre vite che questa attività - propria «di chi non sente il bisogno di apparire» - comporta, producendo un'espansione del nostro Sé individuale, con il risultato di un Sé più articolato ed elastico, più capace «di accogliere i capricci della sorte».
Testo di Stefania Marengo (Biblioteche civiche torinesi)
La registrazione dell'incontro, tenutosi alla Biblioteca civica Villa Amoretti il 22 febbraio 2023, con lo scrittore e saggista Massimo Tallone, socio fondatore di Torinoir, in dialogo con la scrittrice Elena Biondo, è avvenuta a cura delle Biblioteche civiche torinesi. Evento in collaborazione con Libreria Gulliver. Il video è stato pubblicato sul canale YouTube delle BCT.