Prospettive Queer
Il termine queer ha origini anglofone, indicherebbe qualcosa di «strano» e «bizzarro» e, a sua volta, deriverebbe dal tedesco quer, «diagonale», «di traverso», indicando per astrazione la devianza da una norma. È stato dapprima usato in senso dispregiativo nei confronti degli omosessuali nel corso del 19° e 20° secolo: in una scena del film Pride di Matthew Warchus, ispirato a fatti reali e ambientato in piena era Thatcher, si vede la vetrina del luogo di incontro dei giovani attivisti gay e lesbiche imbrattata con la scritta QUEER, a testimonianza del fatto che nel 1984 il termine era ancora usato in senso spregiativo. In seguito, grazie alla riappropriazione da parte del movimento LGBT, la parola ha assunto un significato positivo di auto affermazione.
Oggi il termine queer è usato con due accezioni differenti (cfr. il testo di Lorenzo Bernini, Le teorie queer. Un'introduzione, Mimesis, 2017): un significato più specifico si riferisce alle teorie queer, teorie critiche della società che indagano il legame tra potere e sessualità, e che si studiano nei dipartimenti di filosofia politica di alcune università europee e americane ma il pensiero e la pratica queer non si limitano ad un ambito accademico e hanno assunto una valenza di critica generale alla norma eterosessuale, a una concezione binaria e all’arroccamento identitario. Secondo questa prospettiva il queer propone di 'attraversare' genere e orientamento, soffermandosi sulla riconfigurazione costante che la decostruzione di genere e orientamento producono nel processo mai concluso di creazione della propria identità.
Come sottolinea Sara Dinotola nell'articolo Bias delle collezioni e data analysis: un modello per lo studio comparato delle raccolte LGBTQ+, «non si può ignorare che la biblioteconomia occidentale e i sistemi di classificazione più utilizzati, come la Classificazione decimale Dewey, esprimono una visione del mondo bianca, maschile, cristiana ed eterosessuale». Le Biblioteche civiche torinesi, pur avvertite di quanto i pregiudizi cognitivi pesino in modo spesso inconsapevole nell'esercizio quotidiano delle proprie funzioni culturali e sociali, da anni dedicano attenzione alle tematiche LGBTQ+, attraverso la costruzione delle collezioni, la formazione specifica del personale bibliotecario (anche grazie ai corsi organizzati dall'area Pari opportunità della Città di Torino), la pubblicazione di bibliografie, la realizzazione di specifiche attività sulle tematiche di genere ed LGBTQ per bambini, giovani e adulti. Inoltre la Biblioteca e Centro documentazione Maurice GLBTQ - che raccoglie oltre 6.000 volumi italiani e stranieri e ha un carattere di tipo specialistico - dal 2018 è entrata a far parte del sistema delle Biblioteche civiche torinesi ed il suo patrimonio librario e documentale è diventato visibile nel catalogo on line.
Le Biblioteche civiche torinesi, con le ragazze e i ragazzi del Servizio Civile Universale, in sinergia con il Servizio LGBT della Città di Torino e la Biblioteca e Centro documentazione Maurice GLBTQ, hanno predisposto 5 consigli di lettura che possano stimolare interesse e suscitare riflessioni. Come evidenziato dal Manifesto IFLA-UNESCO delle biblioteche pubbliche 2022, le biblioteche debbono essere «forza viva per l’educazione, la cultura, l’inclusione e l’informazione» e agenti essenziali «per lo sviluppo sostenibile e per la realizzazione individuale della pace e del benessere spirituale attraverso le menti di tutti gli individui», indipendentemente «dall’età, dall’etnia, dal genere, dalla religione, dalla nazionalità, dalla lingua, dallo status sociale e da qualsiasi altra caratteristica». La costruzione e lo sviluppo delle collezioni avvengono in un certo senso "a posteriori", fondano la propria esistenza sulla produzione editoriale secondo il principio della garanzia bibliografica (Literary Warrant Principle), che invita a restituire la fotografia della letteratura effettivamente esistente, registrando la complessità culturale e i cambiamenti sociali.