Tabù: dove non vogliamo volgere lo sguardo

Le parole di Tabù

L’idea da cui siamo partiti per proporre i gruppi di lettura online under 30 legati all'iniziativa Tabù: dove non vogliamo volgere lo sguardo - svoltasi fra marzo e giugno 2021 e inserita all’interno del progetto Community Libraries del XXI secolo a Torino - è stata quella di costruire uno spazio organizzato “dai giovani per i giovani” dove – a partire dalla lettura di un testo - si potesse dialogare, dibattere e confrontarsi su temi che solitamente vengono considerati scomodi o particolarmente controversi a livello sociale e che pertanto spesso vengono elusi, quando non addirittura censurati.

A partire dal macrotema del tabù, abbiamo individuato quattro sottotemi specifici da affrontare mese per mese: partendo dalla tematica della morte, siamo passati ad affrontare il tema del sesso, della droga e delle dipendenze, concludendo con quello della diversità.

Tabù #1: la grande mietitriceDurante il primo mese abbiamo discusso su come una diversa concezione della morte possa influire sulla vita di ciascuno di noi: due letture agli antipodi ci hanno permesso di aprire un libero dibattito e di condividere i nostri quesiti (irrisolti) sulla Grande Mietitrice.

La lettura di HH di Banana Yoshimoto presenta una visione della morte dal carattere onirico e intimo, dove la fine dell’esistenza diventa «un tempo sacro, che non riguardava più colui che moriva, ma che garantiva alle persone care di pensare cose che non avevano mai pensato». 

Dall’altra parte, José Saramago nel suo irriverente e dissacrante Le intermittenze della morte si domanda: «Morte dov’è la tua vittoria, sapendo comunque che non riceverà risposta, perché la morte non risponde mai, e non perché non lo voglia, ma solo perché non sa cosa c’è da dire dinanzi al più grande dei dolori umani».

Tabù #2: morsero la mela e appresero il pudore. Durante il mese di aprile ci siamo dedicati alla lettura di due libri-manifesto che ci hanno condotto verso le rive di un tema caldo e controverso: il sesso.

King Kong Theory è un saggio tagliente dove l’autrice, Virginie Despentes, si serve di aneddoti biografici per esplorare alcune tematiche legate al sesso che spesso vengono ignorate e strumentalizzate a livello sociale. Il rispetto per il proprio corpo, la voglia di emanciparsi, gli stereotipi e rapporti di genere sono solo alcuni degli argomenti trattati all’interno di questa narrazione dal tono incalzante. Secondo l’autrice ad esempio, «sostenere che gli uomini e le donne andavano più d’accordo prima degli anni Settanta è una controverità storica. Ci si frequentava meno, tutto qua». 

Al contrario, l’opera teatrale di Eve Ensler, I Monologhi della Vagina, è un classico che racchiude più di 200 interviste a donne di tutto il mondo, di ogni classe sociale e appartenenza religiosa. Si tratta di un opera corale, illuminante e audace, che ha raccolto critiche e consensi a livello mondiale e che ha contribuito alla nascita del movimento del V-Day, i cui partecipanti, nel giorno di san Valentino, organizzano rappresentazioni per beneficenza. Il ricavato delle rappresentazioni viene di solito devoluto ad associazioni e programmi che assistono le donne vittime di violenza: per citare l’autrice, «ciò che non si dice non viene visto, riconosciuto e ricordato. Ciò che non diciamo diventa un segreto, e i segreti spesso creano vergogna, paura e miti».

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I 4 temi di Tabù

Tabù #3: tra dipendenza e stigma. Nel mese di maggio abbiamo scelto due letture molto diverse e lontane fra loro, dove il tema comune della dipendenza e della droga viene associato a questioni sociali, antropologiche e politiche.

Nel saggio LSD. il mio bambino difficile lo scienziato svizzero Albert Hofmann – il primo a sintetizzare la sostanza -  ci ha portato a riflettere sull’uso degenerato di una scoperta dalle grandi potenzialità scientifiche. Visionario, ricco di appunti scientifici, annotazioni minuziose e osservazioni sociali, questo saggio è un viaggio attraverso diverse culture e credenze che il lettore scopre grazie al racconto diretto dell’esperienza dell’autore: «la sostanza che avevo voluto sperimentare mi aveva sconfitto. Era il demone a trionfare sprezzante sulla mia volontà. Fui assalito dal terrore di uscire fuori di senno. Mi sentii trasportato in un altro mondo, in un altro luogo, in un altro tempo».

Urlo di Allen Ginsberg è considerato il poema-manifesto della Beat Generation: fra le pagine, riviviamo il clima di contestazione giovanile di fine anni '50 del secolo scorso, tra romanticismo, esaltazione, sensazionalismo e sperimentazione. Una poesia dal gusto di sangue, alcol, orrore e profondo jazz: «albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere e dolce regale luce della mente».

Ulteriore approfondimento è stato l'incontro con Leopoldo Grosso, psicologo, docente e Presidente onorario del Gruppo Abele, il cui prezioso intervento ci ha permesso di gettare le basi per un discorso sensibile, approfondito e lontano dai pregiudizi, un'occasione imperdibile per porre direttamente le nostre numerose domande sul tema delle dipendenze e delle droghe.

Tabù #4: il pari che è diverso. In chiusura di questo percorso di lettura abbiamo affrontato il tema della diversità con due opere dove l’unicità e la follia sociale sono state un pretesto per parlare di scontro tra culture, società della “prestazione” e altri malesseri del nostro tempo. Vivendo in un presente ipertrofico è più facile provare un senso di solitudine nella propria diversità, nonostante siano apparentemente possibili molti più legami e opportunità di scambio con gli altri. 

L’opera teatrale I fisici del drammaturgo Friedrich Dürrenmatt è una commedia dove il tema centrale attorno a cui si sviluppano le vicende è quello della responsabilità individuale del singolo nei confronti della società in cui vive. Paradossale, dinamico, ricco di suspense e di disvelamenti, ci mostra che la scelta di essere diversi è l’unica possibilità che ancora resta di conservare la propria identità: «Solo nel manicomio siamo ancora liberi. Solo nel manicomio ci è ancora permesso di pensare. In libertà, i nostri pensieri sono dinamite». 

Il romanzo Fame di Knut Hamsun (Premio Nobel per la letteratura nel 1920) ha come protagonista un uomo inetto e fuori dagli schemi che preferisce non mangiare piuttosto che ammettere il senso di fallimento. Mosso da orgoglio e da morbosità, decide comunque di svendersi a una società che profondamente disprezza: «com'erano leggeri e sereni tutti quegli uomini che incontravo, come dondolavano la testa spensieratamente e attraversavano danzando la vita come fosse una sala da ballo! Non un occhio affamato, non una spalla curva sotto un peso, forse neanche un pensiero angoscioso, neanche una pena segreta nel cuore di tutta quella gente allegra. E io passavo accanto a loro, giovane appena adulto, e avevo già dimenticato il volto della felicità!». 

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Giulia Zollino, Cumiana15, 2 luglio2021

Infine come momento conclusivo di tutto il percorso, abbiamo organizzato un evento in presenza presso lo spazio multifunzionale Cumiana15, insieme all’antropologa ed educatrice sessuale Giulia Zollino, che ha presentato il suo saggio Sex Work is Work (Eris, 2021). Si tratta di un agile compendio che certamente non risolve la complessa questione del lavoro sessuale ma che comunque permette di avvicinarsi all'argomento, offrendo un punto di vista interno e cercando di togliere lo stigma sociale al complesso e variegato mondo del sex workIl dibattito attorno al tema del lavoro sessuale ed i punti di vista spesso polarizzati e contrapposti non devono far dimenticare la necessaria tutela delle persone che svolgono questa attività: comunque la si pensi, sottolinea Zollino, «Sex work is work. Sex workers right are human rights».

Quest’ultimo momento in presenza ci ha permesso finalmente di incontrarci di persona (ecco la fotogallery, gli scatti sono di Norman Sgrò) e poter condividere dal vivo opinioni e riflessioni, mettendoci in discussione ancora una volta su temi potenzialmente divisivi e… tabù.

Hanno collaborato Jacopo Baldassarri, Davide Gualtieri, Diana Luordo, Eugenio Scaletta, Marzia Stillittano e Clara Valentino (ragazze e ragazzi del Servizio Civile Universale 2020-2021), con la partecipazione di Stefania Marengo (Biblioteche civiche torinesi)