"Paese d'ombre": ri-leggere Giuseppe Dessì nel cinquantenario del Premio Strega

Giuseppe Dessì (Fondazione Giuseppe Dessì 2010 - Tutti i diritti riservati)

«Perché in Sardegna? mi si chiederà ancora una volta. Perché, a parte le ragioni storiche e artistiche che richiederebbero un troppo lungo discorso [...] ogni punto dell'universo è anche il centro dell'universo» (introduzione a I passeri, 1955)

Nell’ambito di Salone OFF, in occasione del cinquantenario del Premio Strega a Paese d'ombre (1972) di Giuseppe Dessì (1909-1977), il 20 maggio 2022, nella Biblioteca civica Villa Amoretti, si è svolto l’incontro "Paese d'ombre". Leggere Giuseppe Dessì. Il Gruppo di lettura Villa Amoretti si è accostato ad alcune delle opere dello scrittore sardo - di estrema attualità per la lotta in difesa del paesaggio, il rispetto della natura, l'attenzione empatica per la sorte degli animali domestici, il pacifismo - avvalendosi del prezioso e appassionato contributo del 'circolo' di studiosi della Fondazione Giuseppe Dessì, ben rappresentati da Mauro Pittau e Antonello Angioni, attuale presidente della Fondazione. Il giovanissimo scrittore emergente (classe 2001!) Matteo Porru, anch'egli nostro gradito ospite, ha incantato con mature riflessioni di critica letteraria. Siamo rimasti profondamente colpiti dall’energia propulsiva di questa istituzione culturale che riesce a far sentire straordinariamente presente Giuseppe Dessì (anche attraverso il prestigioso Premio letterario Giuseppe Dessìil Centro internazionale di Studi Giuseppe Dessì, la più recente istituzione del Parco Letterario Giuseppe Dessì oltre che alla Casa Museo dello scrittore, che sorge nel comune di Villacidro). Al fine di valorizzare l’opera letteraria e il messaggio culturale e umano di Giuseppe Dessì, la Fondazione ha donato alle Biblioteche civiche torinesi alcune copie dei seguenti titoli (ora presenti nel catalogo BCT): Paese d'ombre (Ilisso, 1998) Il disertore (Ilisso, 1997), Nascita di un uomo e altri racconti  (Ilisso, 2015), Mi ha fatto ogni possibile domanda! Quarantacinque interviste a Giuseppe Dessì (più una) (a cura di Nicola Turi, Fondazione Giuseppe Dessì, 2021), Giuseppe Dessí. Storia e genesi dell'opera  di Nicola Turi (Firenze University Press, 2014). 

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    Giuseppe Dessì - Libri

    L’edizione Ilisso di Paese d'ombre è oltretutto impreziosita dall’illuminante prefazione dell’italianista e contemporaneista Sandro Maxia (recentemente scomparso) che segnala la polifonicità dell'opera: il romanzo non racconta solo la vita del protagonista Angelo Uras - che ascende la piramide sociale sino a diventare proprietario terriero e poi sindaco, in un periodo storico che va all'incirca dal 1870 al 1920 - ma di un intero microcosmo, quello relativo agli abitanti dell'immaginario paese di Norbio (ovvero Villacidro, la città natale dello scrittore), che stando ad una indicazione dello stesso Dessì, pullula di personaggi che «sono ormai tutti ombre. Sono tutti in un tempo che non è più il nostro» (intervista pubblicata su «Rocca» nel luglio 1972). Anche la raccolta delle interviste Mi ha fatto ogni possibile domanda! - rilasciate da Giuseppe Dessì tra il 1945 e il 1977 su varie testate (curata da Nicola Turi, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze e allievo di Anna Dolfi, massima studiosa dell’opera di Giuseppe Dessì) - si rivela interessante e utile, a tratti divertente, facendo emergere la potente statura umana di Dessì. Nell'intervista rilasciata a «Il convegno» Dessì ricorda una stroncatura ma anche le critiche favorevoli di Gianfranco Contini e Pietro Pancrazi; di Contini in particolare Dessì sottolinea che, scorrendo le sue note di critica letteraria, si aveva la sensazione di essere di fronte ad una chiromante: «perché va bene capire, ma capire 'tutto', anche ciò che l'autore ha pensato e non scritto, questo dà un brivido all'autore».

    Per quanto riguarda il Premio Strega, ricordiamo che gli anni Settanta erano stati inaugurati dalla vittoria di Guido Piovene con Le stelle fredde e verranno poi chiusi da quella di Primo Levi con La chiave a stellal'assegnazione del Premio Strega nel 1972 a Paese d'ombre la ritroviamo in un cinegiornale d'epoca che aiuta a ricreare l'atmosfera. Certamente Paese d'ombre venne salutato, nel 1972, come un'opera estranea al clima letterario dell'epoca - che fu sperimentale - ma oggi ci appare come un romanzo che non appartiene ad alcuna moda letteraria: non è un romanzo all'antica ma neppure attuale solo perché attento alla tematica ambientale (la devozione di Angelo Uras alla foresta di Aletzi più che ecologica è semmai religiosa). Il poeta e critico letterario Giorgio Caproni commenterà come Dessì abbia scritto un vero romanzo mentre tutti gli altri solo «amene storielle» e «nevrotici 'sperimenti'». Leggendo Paese d'ombre, dopo una prima impressione 'veristica', si rimane colpiti dalla costruzione circolare dell'opera che unisce incipit ed explicit, dalla pluralità di visioni del mondo in essa rappresentate, dalla contrapposizione fra tempo e durata che caratterizza tutto l'impianto narrativo. 

    Nel 1972, al secondo posto del Premio Strega, troviamo Ottiero Ottieri con Campo di concentrazione (Bompiani) un libro invece perfettamente rispondente alla temperie culturale di quegli anni (il diario anomalo della permanenza in una clinica psichiatrica di Zurigo per una nevrosi depressiva), a pari merito con Guglielmo Biraghi, Lo sguardo nel buio (Rizzoli), una raccolta di diciotto brevi racconti fantastici, fantascientifici e metafisici. Scorrendo tutti i titoli in concorso nel 1972 scopriamo alcuni nomi noti, altri sconosciuti e cancellati dal tempo: 

    • Carlo Castellaneta, La paloma (Rizzoli), rievoca il dramma dell’anarchico Pinelli (“caduto” dalle finestre della questura di Milano dopo la strage di piazza Fontana).
    • Francesca Sanvitale, con la sua opera d’esordio Il cuore borghese (Vallecchi).
    • Gina Lagorio, cheraschese d'adozione, con Approssimato per difetto (pubblicato da Cappelli nel 1971) raccoglie il riepilogo intimo dell'esistenza di un uomo di fronte alla malattia, anticipando molti successivi memoriali sul tema. 
    • Mario Bonfantini, Scomparso a Venezia (Einaudi): nel 1939 un normale borghese, ben inserito, 'scompare' a Venezia e, per la prima volta nella sua vita, attraverso un incontro, avverte la propria umana completezza. 
    • Fabio De Agostini, sceneggiatore, scrittore e regista italo-svizzero, con Smolny (Gattopardo), sarà anche finalista del Premio Viareggio Opera prima.
    • Il poeta Dario Bellezza, con Lettere da Sodoma (Garzanti), scrive un romanzo epistolare che ruota intorno all'omosessualità. 
    • Luigi Bongiorno, La selva oscura (Mondadori).
    • Corrado De Vita, con W l’i… (Garzanti) ripercorre le sue esperienze legate alla Seconda Guerra Mondiale. 
    • Alfredo Todisco, Il corpo (Rusconi), in cui viene narrata la storia di una attrazione ingovernabile. 
    • J. Rodolfo Wilcock, Lo stereoscopio dei solitari (Adelphi), presentato dallo stesso autore  come un romanzo «con settanta personaggi principali che non si incontrano mai».

    Testo di Stefania Marengo (Biblioteche civiche torinesi)

    L'immagine di Giuseppe Dessì è stata gentilmente concessa dalla Fondazione Giuseppe Dessì - Tutti i diritti riservati. 

    La registrazione dell'incontro con la Fondazione Giuseppe Dessì, condotto da Antonella Cavallo e Mauro Pittau, è avvenuta a cura delle Biblioteche civiche torinesi. Il video è stato pubblicato sul canale YouTube delle BCT.

    Libri di e su Giuseppe Dessì nel catalogo BCT

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