Ordinamento delle raccolte e cataloghi in Biblioteca civica. Giuseppe Pomba (1869)
Premessa
In questa scheda e nelle schede a essa collegate verranno esaminate le fonti documentarie più significative (a esclusione dei regolamenti che saranno trattati in una scheda dedicata) aventi per oggetto, fra l'altro, l’ordinamento delle raccolte e i cataloghi della Biblioteca civica, che saranno considerati dal punto di vista della loro evoluzione storica: dal febbraio 1869, anno di inaugurazione della biblioteca, al 1959, anno che precede il trasferimento dalla sede temporanea di Palazzo Carignano al nuovo edificio di via della Cittadella.
L'esposizione di una vicenda così complessa e relativa a un arco cronologico molto esteso (circa novant’anni) verrà svolta in cinque schede di approfondimento:
1. Ordinamento delle raccolte e cataloghi in Biblioteca civica. Giuseppe Pomba (1869)
2. Ordinamento delle raccolte e cataloghi in Biblioteca civica. Direttore Daniele Sassi (1873-1904)
3. Ordinamento delle raccolte e cataloghi in Biblioteca civica. Direttore Enrico Mussa (1909-1926)
4. Ordinamento delle raccolte e cataloghi in Biblioteca civica. Direttore Luigi Màdaro (1926-1948)
5. Ordinamento delle raccolte e cataloghi in Biblioteca civica. Direttore Enzo Bottasso (1951-1972)
Presentiamo in questa scheda alcuni brani tratti da due testi pubblicati nel 1869 da Giuseppe Pomba, fondatore della Biblioteca civica.
La Biblioteca nel 1869
Avviatosi finalmente a compimento l’iter amministrativo, durato ben quattordici anni, che ha condotto all'accoglimento della sua proposta presentata nel 1855 al Consiglio comunale di istituire una biblioteca civica in Torino - biblioteca inaugurata nel febbraio del 1869 nel Palazzo del Comune - Giuseppe Pomba dedica le proprie energie allo studio e alla realizzazione dei due cataloghi destinati a corredare la raccolta libraria: uno alfabetico per autore e uno per materia.
Il preliminare e complessivo lavoro di ricerca e di impostazione viene reso noto nelle “Avvertenze” al volume Catalogo dei libri che si trovano nella biblioteca della Città di Torino, limitato, per motivi finanziari, alle sole opere relative alla Classe terza, Scienze ed Arti.
Scrive Pomba nel breve "Indirizzo al Sindaco", che precede le "Avvertenze": Le avvertenze … riflettono l’intiero catalogo, sebbene ora io le abbia poste a fronte di piccola parte di esso, ma ciò io feci perché son convinto che, vista l'utilità d'un catalogo a stampa per una pubblica biblioteca, la S. V. promoverà la domanda ed otterrà il consenso per la stampa di tutte le altre parti di esso. Avendo caduna classe una distinta numerazione, potranno poi riunirsi in un solo volume in quell’ordine che viene indicato nello specchio della distribuzione delle materie.
È da notare che l'importanza attribuita da Pomba alla stampa del catalogo era già stata ribadita nel discorso inaugurale del 22 febbraio 1869 allorché, citando la pubblicazione del volume, ricordava orgogliosamente è questo un utilissimo provvedimento, non adottato, per quanto io mi sappia, in altre biblioteche, tranne in quella del Museo Britannico, riordinata e diretta per molti anni dal nostro connazionale dottor Panizzi.
Nelle vere e proprie "Avvertenze" Pomba prosegue: Nel rendere di pubblica ragione colla stampa il Catalogo della biblioteca comunale testè aperta agli studiosi, appare necessario il dichiarare quale metodo siasi seguito nel compilarlo e quale ordine siasi tenuto nella distribuzione delle materie; e ciò per comodo di coloro che vorranno consultarlo … La biblioteca della Città di Torino, a norma del lodevole proposito dell’Amministrazione, avrebbe dovuto essere una biblioteca speciale, cioè tecnico-popolare, come destinata particolarmente agli allievi delle scuole civiche, tecniche ed artistiche. Ma … i dieci mila volumi che le dovevano servir di nucleo erano di diversa e disparata indole, e la biblioteca nel suo successivo formarsi assunse carattere di generalità, in modo che avrà a riuscire utile non solamente a una piccola classe di studiosi, ma all’universalità dei cittadini …
Per le ragioni fin qui dette il Catalogo della biblioteca civica doveva redigersi colle norme che seguonsi nella compilazione de cataloghi di biblioteche generali. E consultati tutti i sistemi di classificazione dello scibile … parveci che la preferenza toccasse al sistema del Brunet, come al più razionale ed al più conveniente al caso nostro. Esso conserva le cinque grandi Classi [Teologia - Giurisprudenza - Scienze ed Arti - Letteratura - Storia], dividendole e suddividendole a seconda delle occorrenze in varie sezioni e paragrafi.
Pertanto il Catalogo di questa civica biblioteca fu redatto nei due ordini indispensabili: l’alfabetico cioè e lo scientifico. L’alfabetico sta scritto sovra forti cartine, distribuite in cassette secondo l’ordine rigoroso di lettere, coll’indicazione del sito ove sono collocate le opere, per facilitare la loro ricerca in qualsiasi Classe o sezione si trovino. Le cartine de’ libri che successivamente entrano nuovi nella biblioteca vengono intercalate nella raccolta appena scritte, e da ciò ne viene che quest’indice generale trovasi costantemente al corrente e quanto havvi in biblioteca vedesi in essa indicato. Questo primo e fondamentale Catalogo si potrà, ove si voglia, trascrivere sui registri per anti venire il non facile, ma possibile smarrimento di qualche cartina, al quale vuol essere aggiunta una speciale rubrica a modo di inventario del contenuto d’ogni scansia e piano di esse per poter riconoscere all’occorrenza lo smarrimento dei libri.
Il secondo, cioè lo scientifico, è raccolto su cartoline meno forti, sulle quali, oltre ai titoli precisi delle opere, sono indicate le particolarità scientifiche, storiche o bibliografiche che in esse si rinvengono. Le cartoline sono divise in cinque gruppi rappresentanti le cinque grandi Classi ...
Ogni classe è suddivisa in sezioni che rappresentano le varie suddivisioni di essa ... Seguendo la massima generalmente adottata le opere che possono essere ricercate sotto diverse denominazioni, come, a cagion d’esempio, per titolo dell’opera stessa o per nome di autore, si registrarono quelle che maggiormente il richiedevano nei due modi, mediante il richiamo del Vedi, a scanso di lasciar supporre che le opere indicate sieno due opere diverse.
Le grandi raccolte o collezioni di opere di varia natura e con esse quelle dei poligrafi, de’ quali non si fece, come è uso comodo di molti bibliografi, una Classe speciale, si registrarono sotto la denominazione delle raccolte: i singoli scritti poi che le compongono furono indicati sotto il loro titolo speciale ed a luogo loro nella Classe e nella sezione cui appartengono. E parimenti i nomi di scrittori poligrafi si registrarono in quella Classe o sezione cui spettano le opere loro maggiori, o più celebrate, mentre poi ogni altra opera loro fu collocata al posto che, per materia trattata, scientificamente spetta ...
Anche delle raccolte accademiche e delle miscellanee si fece accuratissimo spoglio, registrando al posto debito le memorie in esse contenute e ricordando dietro alla indicazione principale del titolo della raccolta i nomi degli autori delle memorie stesse … Abbiamo sì grande e inconcussa fede nell’utilità di questi spogli, che taluno, forse, riterrebbe di soverchia minutezza, che, stampandosi le altre quattro Classi del Catalogo continueremo ad inserirvi il risultato dello spoglio di ragguardevole quantità di volumi di miscellanee e di annali contenenti un tesoro di memorie storiche e di scritti letterarii per la maggior parte poco noti ...
Se il Municipio di Torino fece opera utilissima fondando una biblioteca, deliberando poi che di essa si stampasse il Catalogo aggiunse benefizio al benefizio … ed infatti se v’ha biblioteca in cui sia non solo utile, ma necessario un Catalogo stampato è appunto questa nostra che vuolsi destinata a giovar specialmente alla studiosa gioventù delle scuole tecniche ed artistiche. Or bene questi giovani, per la massima parte, conoscono pochi libri all’infuori di quelli che servirono loro di testo nel corso degli studi fatti. Esaminando il Catalogo potranno trovarvi con infinita loro soddisfazione tutte quelle opere di scienza o d’arte che sono necessarie al perfezionamento dei loro studi, e delle quali essi ignoravano perfin l’esistenza, e quindi non ne potevano far ricerca.
Per approfondire
Per il approfondire l’argomento si consulti la bibliografia sulla Biblioteca civica.
Testo di Gianfranco Bussetti (Ufficio Studi locali)