Ufficio Studi locali e digitalizzazione conservativa

Esposizione internazione 1911. Ponte monumentale sul Po

La nascita e l’evoluzione della raccolta locale all'interno delle biblioteche di pubblica lettura è strettamente legata al modello di public library anglosassone e al concetto di “comunità” che ne sta alla base.

Lo sviluppo della raccolta locale

Già a partire dal 1850, in Inghilterra, il Public Libraries Act (atto di nascita della biblioteca pubblica moderna) aveva dato inizio alla costituzione su tutto il territorio inglese delle local history collections.
A questo modello si ispirò Giuseppe Pomba, propugnatore e fondatore a Torino della prima moderna biblioteca pubblica italiana; non è casuale, quindi, che nel suo programma di biblioteca per tutti egli ritenesse necessario che il nuovo istituto dovesse comprendere anche un archivio di memorie
relative alla città.

Se fin dai primi anni di attività della biblioteca fu viva l'attenzione all'incremento della raccolta locale, soltanto nel 1924 si ha notizia precisa di una vera e propria "Sezione Piemonte", che pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale (e il bombardamento della notte fra il 7 e l'8 agosto 1943 che provocò la perdita di parte del materiale librario) fu risistemata allo scopo di fornire una documentazione bibliografica, per quanto è possibile completa, della Regione, o, per essere più precisi, della città di Torino, della Regione propriamente detta, della Casa di Savoia e della letteratura dialettale e folcloristica (G. Rovero).

Nel corso degli anni la Sezione ha ampliato il suo ambito di interesse a gran parte della documentazione prodotta sul territorio dal punto di vista storico, economico, artistico e culturale, arricchendosi attraverso donazioni di privati e acquisizioni sul mercato antiquario.

Ancora oggi la Carta dei servizi indica, tra le principali finalità delle Biblioteche civiche torinesi, favorire la conoscenza della storia, delle tradizioni, dell’ambiente locali, in primo luogo attraverso l’insieme di libri e altre risorse documentarie in cui è sedimentato il patrimonio di sapere e di conoscenza, che la comunità torinese ha saputo esprimere nel corso della sua storia.  In piena armonia, quindi, con la tradizionale definizione di "raccolta locale" intesa come insieme organico degli studi, dei documenti e dei materiali che concorrono a preservare e trasmettere l’eredità storica e culturale di una determinata comunità e del territorio su cui essa vive.

La raccolta locale oggi

Come diretta applicazione di tali princìpi, in tutte le sedi del Sistema bibliotecario cittadino esiste una sezione di studi locali che offre documenti relativi al Piemonte e a Torino. Presso le biblioteche civiche territoriali è inoltre disponibile una documentazione relativa al quartiere di pertinenza.
Presso la Biblioteca civica Centrale i libri della Sezione Piemonte sono esclusi dal prestito, ove non sia disponibile una seconda copia prestabile.

Poiché la conversione in formato digitale delle notizie catalografiche meno recenti è tuttora in corso, le ricerche sul catalogo in linea riguardanti i documenti acquisiti anteriormente al 1981 e i fondi speciali devono essere integrate con la consultazione dei cataloghi e dei repertori cartacei presenti all'interno della sede.

Per quanto concerne le pubblicazioni seriali, parte dei periodici di carattere locale è disponibile su microfilm e online. Le intere collezioni de "La Stampa" e della "Gazzetta del popolo" sono conservate sia in originale sia su microfilm presso la Biblioteca civica Centrale.
L'archivio de "La Stampa" è anche consultabile online.
Oggetto della digitalizzazione sono state tutte le edizioni quotidiane delle testate che si sono succedute nel tempo, dalla "Gazzetta piemontese" a "La Nuova Stampa" e "Stampa sera", fino alla sua denominazione attuale.

Altri periodici piemontesi sono stati digitalizzati nell'ambito di specifici progetti e sono ora disponibili liberalmente online (per approfondimenti, si veda la pagina dedicata a Biblioteche e archivi digitali).

L'Ufficio Studi locali. Attività

L'Ufficio Studi locali, avviato nel 2000,  nel corso degli anni ha dato particolare risalto alle attività di salvaguardia e valorizzazione del materiale documentario d'interesse locale posseduto dalle Biblioteche civiche torinesi curando, in particolare, la realizzazione di progetti di digitalizzazione conservativa (si veda la pagina dedicata a Biblioteche e archivi digitali) in collaborazione con altri enti e istituti presenti sul territorio e allestendo mostre bibliografiche e documentarie nell'ambito di iniziative promosse dal Sistema bibliotecario urbano o in occasione di eventi di interesse cittadino.
I libri e i documenti esposti sono selezionati fra quelli elencati nelle più ampie bibliografie collegate all'iniziativa, la cui stesura è anch'essa curata dall'Ufficio. Le sedi espositive di riferimento per le mostre sono la Biblioteca civica Centrale per i documenti più antichi, le biblioteche territoriali per il materiale moderno.

Inoltre, l'Ufficio si occupa di monitorare la produzione editoriale di interesse locale e di acquisire il materiale librario in arrivo in base alla legge sul deposito legale (la Biblioteca civica Centrale è indicata come deposito per la provincia di Torino), raccogliere materiale minore (programmi, inviti, manifesti...) attinente in prevalenza alla realtà cittadina, curare la descrizione bibliografica e l'indicizzazione di articoli e saggi riguardanti argomenti di interesse locale reperibili all'interno di testate periodiche possedute dalla Biblioteca civica Centrale (si veda la pagina relativa).
Infine, collabora secondo diverse modalità sia con altri settori del Comune di Torino sia con istituzioni ed enti operanti in ambito cittadino e piemontese).

ll rapporto con il territorio 
MAB Piemonte. Musei, Archivi, Biblioteche

MAB è l'acronimo con cui AIB (Associazione Italiana Biblioteche), ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana) e ICOM Italia (International Council of Museum - Comitato Nazionale Italiano) nella primavera del 2011 (sviluppando un’iniziativa precedente avviata dalle loro Sezioni piemontesi) hanno dato vita a un coordinamento permanente per esplorare le prospettive di convergenza tra i mestieri e gli istituti in cui operano i professionisti degli archivi, delle biblioteche, dei musei.
Alle tre originarie associazioni nel corso degli anni sono andate ad aggiungersi CIA (Confederazione Italiana Archeologi) e AICRAB (Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche)

L'Ufficio Studi locali delle Biblioteche civiche torinesi svolge il ruolo di segreteria organizzativa del Comitato regionale, curando la redazione del sito e l'organizzazione degli eventi formativi.

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